Abbiamo intervistato il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi, per cercare di capire quale sarà la traiettoria del settore nei prossimi anni. Il ruolo della politica, la leadership del Made in Italy, il tema della sostenibilità, la mancanza di manodopera specializzata. Queste ed altre sono sfide che, per il presidente di Confindustria Nautica, si affrontano con il lavoro di squadra.
È alla guida di Confindustria Nautica dal 2019. Che bilancio si sente di fare di questi quattro anni di presidenza?
Sono molto soddisfatto di questi quattro anni e, ovviamente, mi auguro di poter fare ancora meglio e di più per l’Associazione ed il comparto. Ogni risultato raggiunto è stato frutto di un grande lavoro di squadra, principio che da sempre contraddistingue il mio modo di lavorare. Ho la fortuna di poter contare su un team competente e infaticabile: i miei Vice Presidenti e tutta la squadra di Presidenza insieme alla struttura di Confindustria Nautica che riescono a massimizzare tutto l’impegno profuso, mettendolo a sistema. L’unione fa la forza e, in questi anni, abbiamo compiuto importanti passi in funzione di una sempre maggior rappresentatività per le aziende associate. L’Associazione è oggi molto forte, in Italia e all’estero, sia attraverso l’avvenuta riunificazione della filiera nautica da diporto a gennaio 2020, sia con la costituzione delle due nuove Assemblee di settore per le Reti di vendita e assistenza nautiche e il Charter nautico. L’attività dell’Associazione è improntata alla collaborazione e al dialogo. Dialogo con i nostri Soci, innanzitutto, che mettiamo sempre al primo posto nel nostro operare. Dialogo con le Istituzioni per il potenziamento del Salone Nautico Internazionale di Genova, organizzato da Confindustria Nautica: una sinergia che ha reso compatibile la complessità del cantiere Nuovo Waterfront di Levante, un progetto tanto importante e articolato, con la realizzazione del nostro evento, in attesa della fine lavori nel 2024.
Il settore archivia un 2022 con risultati record. A suo avviso quali sono stati i fattori chiave che hanno determinato questa crescita, la più alta di sempre nella storia del comparto?
La nautica da diporto è un comparto in piena salute che si è dimostrato solido e reattivo anche nel 2022, con positive prospettive anche per l’anno nautico in corso. I numeri sono chiari: le previsioni dell’intero settore – che comprende la produzione della cantieristica, quella del comparto della componentistica e degli accessori e quella dei motori marini indicano una stima di fatturato 2022 che potrà raggiungere e oltrepassare la soglia dei 7 miliardi di Euro, un valore mai realizzato in passato, che corrisponderebbe a una crescita tra il 15 e il 20% rispetto all’anno precedente per la cantieristica nautica. I dati di consuntivo ufficiali saranno presentati il 21 settembre, nella giornata inaugurale del 63° Salone Nautico Internazionale che si terrà a Genova dal 21 al 26 settembre prossimi, possiamo, però, già dire che il comparto dell’industria nautica italiana archivia il 2022 come un anno record. Fra i fattori determinanti che hanno alimentato la crescita, si deve annoverare l’exploit dell’export della produzione cantieristica, che ha superato i 3 miliardi di euro. Altri fattori decisivi sono i portafogli ordini dei cantieri italiani di yacht e superyacht, che per molti operatori coprono addirittura il prossimo triennio, e l’ottima performance dei comparti dell’accessoristica nautica e dei motori marini. Inoltre, risultano positive anche le aspettative per l’anno nautico in corso. Senza contare che siamo leader mondiali nella produzione di superyacht con il 49,3% degli ordini globali, e nei comparti delle grandi imbarcazioni pneumatiche, della componentistica e degli accessori.
Rispetto a quanto accaduto nel passato, il settore oggi a suo parere, si è evoluto strutturandosi su basi industriali più solide in modo da poter gestire con tempismo e, al meglio, le variabili del mercato?
L’industria italiana della nautica da diporto è un settore in costante crescita, con una notevole propensione all’export e ottime potenzialita di penetrazione sui mercati. Come è emerso in occasione della tavola rotonda tra imprenditori della nautica che abbiamo organizzato lo scorso aprile presso Borsa Italiana a Milano, il settore della nautica è più solido e resiliente, dopo essersi strutturato a seguito della crisi del 2008. Oggi, il mercato e le stime degli analisti ci parlano di prospettive di sviluppo prolungate. Le aziende stanno già cogliendo le sfide attuali attraverso interventi di sistema su managerializzazione, attrazione di talenti e nuove competenze. Registriamo forti investimenti in ricerca e innovazione per ottenere risultati all’avanguardia. In un mercato in continua espansione, è fondamentale quindi per le aziende adottare strategie sempre più sostenibili e ripensare i modelli di business, sfruttare nuove opportunità per rispondere meglio alle sfide del futuro.
A nove mesi dall’insediamento del nuovo Governo ha trovato da parte delle istituzioni un clima collaborativo?
Siamo in contatto con il Governo ai massimi livelli e nei soli ultimi due mesi abbiamo incontrato i Ministri Urso (MIMIT), Santanchè (Turismo), Fitto (Affari Europei), Musumeci (Politiche del Mare), il Vice Ministro Rixi (Trasporti), la Sottosegretario Frassinetti (Istruzione), coprendo a 360° tutte le tematiche di tutta la filiera. Da parte di tutti abbiamo riscontrato grande attenzione al settore, ora aspettiamo provvedimenti e risposte concrete ai vari dossier che abbiamo presentato.
Tra i tanti dossier caldi che Confindustria Nautica ha sul tavolo c è sicuramente il regolamento di attuazione del Codice della Nautica. Cosa manca ancora per raggiungere questo obiettivo?
Per quanto riguarda il Regolamento di attuazione del Codice della nautica, il percorso dei pareri dei 14 Ministeri chiamati a esprimersi è iniziato ed è tutt’ora in corso. Il 27 aprile ho incontrato il Vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, per fare il punto su Regolamento di attuazione al Codice della nautica e sollecitare l’avanzamento dell’iter. A seguito dell’incontro, il Capo Gabinetto del Ministro Salvini ha scritto ai colleghi dei vari Ministeri, sollecitando i pareri mancanti.
Come si pone Confindustria Nautica in merito alla direttiva Bolkestein e che tipo d’impatto rischia di avere sul comparto?
È un tema urgente, soprattutto per quanto concerne le concessioni demaniali, su cui l’Associazione lavora in maniera pressante. La Legge “Concorrenza 2021” (L. 5 agosto 2022, n. 118) ha erroneamente incluso anche le strutture della nautica da diporto nell’ambito della normativa dettata per le spiagge, che peraltro già presenta oggettive criticità, elementi di inapplicabilità e – in alcuni casi – persino profili di incompatibilità rispetto alla stessa Direttiva Bolkestein. È stato convocato il 9 giugno il Tavolo tecnico per le concessioni demaniali previsto dal DI 29 dicembre 2022, n. 198, presieduto dal capo Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con la partecipazione dei ministeri MIT, MEF, MIMIT, Ambiente, Turismo, Politiche del mare, Affari regionali e Affari europei. II Tavolo tecnico sulle concessioni è un passaggio importante e ringrazio per questo il premier Giorgia Meloni. Dobbiamo tenere a mente che, a differenza dei porti mercantili, l’Italia ha scelto di procedere alla realizzazione delle infrastrutture del diporto ricorrendo agli investimenti dei privati ed è evidente che occorre salvaguardare le certezze giuridiche e la redditività che è alla base di questi investimenti.
A suo avviso quali sono i passi ancora da fare per rendere la nautica in Italia un’attività ricreativa che possa avvicinare una platea sempre più ampia di utenti?
La recente pandemia ha contribuito a far crescere la voglia di andare in barca e si è riscontrata una tendenza ad un notevole abbassamento dell’età media degli acquirenti. I nuovi clienti, più giovani rispetto al passato, sono molto più attenti alla sostenibilità, al comfort e all’opportunità di trascorrere del tempo di qualità con amici e familiari. La sfida sarà quella di avvicinare sempre più i giovani alla nautica a partire dalla scelta del percorso di studi, alle opportunità rappresentate dagli sport acquatici, alla realizzazione di prodotti sempre più attenti alle nuove esigenze di sostenibilità, comfort e progettazione innovativa.
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Il tema della ricerca di manodopera qualificata sta diventando una priorità in molti ambiti produttivi. Come Confindustria Nautica avete allo studio iniziative che possano accelerare il processo di formazione figure con una preparazione adeguata in modo da facilitarne l’inserimento. Ci sono progetti per far incontrare la domanda con l’offerta?
Per Confindustria Nautica, quello della ricerca di manodopera qualificata è un tema centrale. Nel 2022 abbiamo attivato il servizio JobSearch per le Aziende associate, nato per rispondere all’esigenza di incrociare la domanda e l’offerta di lavoro nella filiera nautica, settore d’eccellenza del Made in Italy in tutti i suoi segmenti, dalla produzione di superyacht, alla piccola nautica, dall’accessoristica e componentistica fino ai servizi e alle attività turistiche ad esso legate. Con uno sguardo al futuro, l’Associazione lavora inoltre nella promozione di percorsi formativi professionalizzanti e l’avvio di start-up giovanili per il settore, con progetti presentati anche nell’ambito del Salone Nautico Internazionale di Genova. In ambito di attività istituzionali, Confindustria Nautica ha sollecitato, a marzo, in audizione presso la Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, una riflessione sul riorientamento degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), inserendo la nautica nell’ambito di sviluppo di competenze in aree tecnologiche strategiche per il Paese, vista la difficoltà di una industria altamente qualificata a trovare manodopera di eccellenza. In occasione della Giornata del Mare nelle scuole (11 aprile), fortemente voluta da Confindustria Nautica e non a caso istituita nell’ambito della riforma del Codice della nautica approvata nel 2018, l’Associazione ha inviato quest’anno agli studenti sei brevi filmati che raccontano il mare come Formazione, Sport, Professione, Impresa, Lavoro e Turismo. Un’occasione importante per riflettere, anche a scuola, sul ruolo del mare nella nostra storia e nelle nostre vite, dal suo essere ecosistema alle opportunità di creare occasioni per il futuro dei giovani.
Come si pone Confindustria Nautica sul tema della transizione energetica verso una mobilità sostenibile in mare? Ci sono progetti di sensibilizzazione che state studiando in tal senso?
Il tema della sostenibilità è oramai riconosciuto come assolutamente prioritario nel settore della nautica sia in Italia sia all’estero. In occasione della Convention SATEC in programma a Genova il prossimo 30 giugno, in collaborazione con IBI International Boat Industry organizzeremo il convegno Shaping the Future, World Yachting Sustainability Forum che vedrà la partecipazione dei principali stakeholder del settore e dei rappresentanti internazionali, per discutere sul profilo della prossima generazione di consumatori, come ottimizzare le nuove tecnologie e il percorso verso l’industria sostenibile di domani. In seno a Confindustria Nautica abbiamo, inoltre, costituito il Comitato Sostenibilità, cui partecipano rappresentanti di tutte le categorie merceologiche dei nostri Soci. Nel corso degli incontri sono coinvolti esperti, sulla base dei temi principali che vengono trattati, quali la decarbonizzazione, i materiali innovativi, la digitalizzazione e l’end-of-life. Anche sul fronte internazionale, la nostra Associazione è impegnata sui temi della sostenibilità attraverso il proprio contributo nella federazione europea di settore EBI e in quella mondiale ICOMIA. Le azioni di lobbying su questi temi risultano infatti essenziali per garantire alle imprese del nostro comparto un’adeguata transizione verso le nuove esigenze ambientali: far comprendere ai decisori le specificità del nostro comparto risulta infatti imprescindibile al fine di trovare le migliori risposte a una transizione ecologica che sarà senza dubbio più complessa per l’economia del mare rispetto ad altri settori, in primis l’automotive.