La barca “mono-marano” a metà tra un monoscafo e un catamarano pensata per vivere lunghi periodi a bordo. Come? Nel migliore dei modi possibile in base alle abitudini tipiche dei diportisti. Ecco l’Island Cruising Boat di Beneteau, un 14 metri per 4,5 metri sviluppato da Beneteau / J&J Design.
Island Cruising boat
Nel 2020, Beneteau inizia a fornire le sue barche del sistema Seanapps, un software per il monitoraggio di bordo da remoto. Si trova quindi fra le mani, in modo totalmente anonimo, una mole di dati sulle abitudini dei diportisti, e inizia ad analizzarle concentrandosi sulle barche che fanno charter.
Quali sono i risultati? Delle oltre 1000 barche collegate nel Mediterraneo, in media, l’80% del tempo viene passato alla fonda, la crociera media è di 18 miglia al giorno, l’80% delle quali navigate a motore ad una media di 6,5 nodi. Quello che vogliono gli utenti è stare all’aperto e godersi la vista, navigare senza avere limiti, in sicurezza e, possibilmente, rispettando l’ambiente. Il tutto su un mezzo confortevole, spazioso e, soprattutto, silenzioso.
Ebbene, di questo concept, Beneteau ne ha fatto una barca in carne ed ossa (o, meglio, in vetroresina), attualmente in fase di test nei Caraibi e in Croazia, il più grande mercato charter. Non è un caso che il prototipo è stato presentato al, forse meno noto, almeno qui da noi, Salone di Biograd.
Beneteau ha chiamato questo scafo “monomarano”: a prua è un monoscafo che, da circa metà barca, prosegue in due carene come un catamarano. Interamente dislocante, non è quindi una carena a triciclo (con tre carene distinte e plananti), ma in mancanza di foto fuori dall’acqua è impossibile essere più precisi. Del resto, come emerso dalle analisi dei comportamenti medi, la crociera abituale si svolge a bassa velocità, privilegiando quindi la stabilità e la silenziosità.
E come risultare silenziosi se non con una propulsione elettrica? Su ognuna delle due carene, a poppa, è installato un POD da 12 kW. Il pacco batterie è costituito da 8 moduli da 5,8 kW, per un totale di poco meno di 50 kW, che garantiscono un’autonomia di circa 2 ore e mezzo a 7 nodi, perfettamente in linea con le percorrenze medie analizzate. Inoltre, c’è un generatore diesel con 200 l di serbatoio che può ricaricare le batterie, se i pannelli fotovoltaici non dovessero bastare. Sì, perché il grandissimo hardtop è interamente coperto di pannelli fotovoltaici, che possono garantire fra il 30 e il 50% del fabbisogno energetico.
Prototipo o svolta?
E arriviamo alla vera novità di questa soluzione: il layout. A prua, essendo un monoscafo, è un normale walkaround intorno ad una tuga che ospita un prendisole, ma da metà barca in poi, subito a poppavia della postazione di comando, il pozzetto è interamente libero e allestito con arredamenti che potremmo vedere in una villa a bordo piscina: un grande tavolo circondato da sedie, una postazione bar-cucina e un divano. Tutta quest’area è coperta dall’hartop e, all’occorrenza, può essere chiusa, rendendola protetta e abitabile, con una volumetria da vero yacht. Quando invece, nella maggior parte dei casi, si vuole godere del massimo contatto con il mare, si possono aprire le murate laterali e abbassare la piattaforma di poppa, rendendo tutta l’area una grande zattera sull’acqua, mantenendo la sicurezza che dà l’essere su una barca vera e propria.
Al momento non si sa se questo concept rimarrà tale o diventerà effettivamente un modello di serie. Il focus dello sviluppo è stato il noleggio, ma la crociera comoda, lenta e in buone condizioni meteo non è forse l’utilizzo più comune anche fra i diportisti? Questo design potrà avere successo anche fuori dal mercato professionale?
1 commento su “Beneteau lancia il “mono-marano”: la barca casa di 14 metri”
The Real Person!
Penso che nessuno con una pur minima esperienza di navigazione e buonsenso si metterà mai su una barca elettrica .