L’esperienza francese, motori fuoribordo e carena all’americana, stile italiano. Una barca dal respiro internazionale che proietta nell’alto di gamma la famiglia di walkaround DB di Jeanneau. Parliamo del nuovo 37, versione fuoribordo. Stile da weekender con una coperta estremamente vivibile da poppa a prua e molto protetta, in particolare per ciò che riguarda la plancia di comando, ed interni particolarmente voluminosi come dimostra già lo scafo guardandolo dall’esterno. Dietro il design c’è il solito Camillo Garroni che con Jeanneau collabora da lunghissimo tempo a cui si aggiunge il lavoro complementare di Michael Peters per l’opera viva. A livello di layout si parte dalle due spiaggette di poppa che circondano i motori.
Jeanneau DB 37 Fuoribordo – Test
Rispetto agli entrobordo lo spazio qui a disposizione è molto meno, ma vi racconterò durante il test cosa si guadagna secondo me, avendo provato anche la versione entrobordo del DB 37. La coperta poi offre un pozzetto con doppia seduta, alle spalle della zona cucina. La configurazione è quella classica da barca da giornata con una area conviviale trasformabile in solarium ed una cucina / wet bar con lo storage, il frigorifero e i vari optional che un armatore può richiedere sulla base delle sue esigenze.
L’hard-top poggia sul capo di banda e apprezzo molto questa soluzione perché permette di sfruttare al massimo il bagno senza rinunciare praticamente a nulla. A prua del parabrezza parte un prendisole con grande privacy ed un camminamento tutto intorno anche a prua. Del resto siamo a bordo di un walkaround.
Interni e cabine del walkaround
E sottocoperta? Non è un cruiser, ma non siamo nemmeno su una dayboat nuda e cruda, anzi. Il cantiere, addirittura, ha optato per non avere un salottino sottocoperta, ma due vere cabine a prua e a poppa, con accessi separati e un bagno con box doccia separato. In particolare la cabina anteriore è alta e luminosa, mentre quella posteriore sfrutta tutto il baglio dell’imbarcazione (3.57 m). Insomma, di volume all’interno ce n’è, così come di spazi di stivaggio, importanti per trascorrere anche qualche giorno a bordo.
Come naviga
Testare uno scafo che si è già provato, ma con motori diversi è sempre un esperimento interessante. Non parlo di potenza, ma proprio di tipologia propulsiva. Tra entro e una fuoribordo di differenze ce ne sono tante, ormai è noto. Semplicisticamente sono, di solito, i diportisti USA a prediligere i motori installati sullo specchio di poppa, ma anche qui in Europa la tendenza è tutt’altro che secondaria. Se dovessi mettere a confronto le due unità che ho provato, questa volta probabilmente propenderei per i fuoribordo. La prima volta ho avuto a che fare con una coppia di D4 Volvo da 320 cavalli, mentre nel secondo caso con due V8 Yamaha XTO da 450 cavalli, i top di gamma della casa giapponese. Con questa spinta propulsiva l’imbarcazione è reattiva in accelerazione, molto ben manovrabile fuori, ma anche all’ormeggio grazie all’Helm Master Yamaha.
Sulla manovrabilità anche i Volvo Penta non erano da meno e in generale in entrambi i casi la carena passa morbida sulle onde senza rumori strani, ma dal momento che non disdegno un pizzico di brio in più quando sono in mare, i fuoribordo mi hanno convinto di più. Di contro c’è sicuramente che sono un po’ rumorosi, soprattutto alle alte velocità. I due V8 Yamaha da 450 cavalli si fanno notare per la top speed di 41.2 nodi a 6.000 giri, ma anche per il suono che producono. Niente di insostenibile, ma un elemento da tenere in considerazione. Nella mia esperienza di navigazione, infine, ho apprezzato maggiormente avere il controllo diretto sul trim e sui correttori d’assetto, piuttosto che utilizzare il sistema di trim automatico che Yamaha offre. La carena fa il suo dovere e basta poco, anche a chi ha meno esperienza per prendere confidenza e gestire in autonomia anche questo aspetto della barca.
Impressioni sullo scafo
L’idea che trasmette, comunque, è di essere a bordo uno mezzo solido, mediterraneo, grintoso a cui si aggiunge anche una buona visibilità davanti in navigazione. Durante il test ho manovrato stringendo parecchio l’angolo di virata e lo scafo non ha battuto ciglio, così come quando ho attraversato le mie onde. La velocità di crociera indicata dal cantiere è intorno ai 25 nodi con motori a 4.000 giri e 115 litri per ora di consumo presi da due serbatoi da 480 litri per ciascuno. Il comfort massimo, però, era a mio avviso poco sopra, a 28-29 giri con i motori intorno ai 4.500 giri. Qui ovviamente, i consumi erano più alti, ma in compenso la sensazione di comfort con il timone e la barca ben lanciata tra le mani era ottimale.
DIMENSIONI DIMENSIONS |
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Lunghezza f.t. LOA |
12.22 m |
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Lunghezza scafo LWL 10.65 m |
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Larghezza Beam |
3.56 m |
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Pescaggio Draft |
1.17 m |
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IMPIANTI EQUIPMENT |
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Serb. combustibile Fuel tank 2×480 l |
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Serb. acqua Water tank |
250 l |
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SALA MACCHINE ENGINE ROOM |
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Motore Engine Outboard / Fuoribordo |
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Potenza Power |
Max. 2×450 hp |
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A BORDO On Board |
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Cabine Cabins |
2 |
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Posti letto Berths |
4 |
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Bagno WC |
1 |
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CONTACT: www.jeanneau.com
Dati di navigazione
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3 commenti su “Jeanneau DB 37 (12 m): il weekender fuoribordo da tenere d’occhio TEST”
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