Lasciateci fare una provocazione. In un mondo dove tutti i brand puntano sull’essere ecologici, sostenibili e per farlo spingono forte sulla tecnologia, forse la soluzione ce l’abbiamo già davanti agli occhi. Il gozzo! Una barca antica quanto la navigazione nel Mediterraneo che, partendo come semplice mezzo da pesca, è oggi diventato anche un motoscafo di gran lusso come vediamo in vari casi, sia tra i sorrentini che tra quelli liguri. Certo, un gozzo non è automaticamente sostenibile, ma quello che vedremo oggi è un ottimo esempio per almeno tre ragioni. Si chiama G-10 Hybrid dell’Antico Cantiere del Legno Aprea. Vediamo perché.
La barca sostenibile in 3 punti
Quando la più classica è anche la più “green”. Parliamo di un gozzo sorrentino. E non è solo il sistema propulsivo a renderlo “eco”. Dal nome, appunto, avrete inteso che siamo di fronte ad una barca ibrida. No, c’è di più. Che cosa?
Punto 1. La costruzione
Il materiale è fondamentale. Partiamo da com’è costruito: 100% in legno. Niente vetroresina, inquinante e non riciclabile. A costruire questo è Mastro Cataldo Aprea (classe 1932) che continua a costruire nel cantiere di Marina Grande a Sorrento scafi in legno come i liutai fanno i violini. Anche suo figlio Nino ha scelto questa tradizione e ha aperto una seconda sede a Torre Annunziata.
Punto 2. Navigare a basse emissioni
Parliamo di filosofia, ma con effetti sensibili sull’ambiente e sul portafoglio. Andare piano, senza fretta. È sempre questo il modo più efficace per bruciare meno carburante (o usare meno batteria). Non farsi prendere dalla frenesia di affondare la manetta, ma godersi il mare intorno, prenderla con calma. Il motore elettrico, poi, permette di abbatterle ulteriormente.
Punto 3. Barche longeve
Queste barche sono fatte per durare nel tempo. Trattandola con cura, un’unità di questo tipo mantiene intatto il suo fascino e la sua struttura per un tempo lunghissimo. Insomma, non è usa e getta. Non è forse questa la vera sostenibilità?
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