Si chiama Rhode Island Fiberglass Vessel Recycling Project ed ha ricevuto già finanziamenti negli USA: il progetto sta mettendo a punto un sistema per trasformare le vecchie barche in vetroresina in disuso in… cemento per fare case.
L’idea non è campata per aria: “Le sostanze chimiche nella vetroresina imitano da vicino molte delle materie prime utilizzate nel cemento, come la silice e il calcio, e possono essere utilizzate per creare clinker (le “pietroline” che sono la componente base per la produzione del cemento, ndr)”, ha affermato il project manager Evan Ridley. La ricerca è stata ispirata da un programma tedesco che propone il riciclo delle pale delle turbine eoliche in fibra di vetro trasformandole in calcestruzzo.
Il progetto è sicuramente allettante, perché sono centinaia di migliaia le imbarcazioni, prodotte a partire dal 1967 in vetroresina, che attualmente sono in disuso e ancora non smaltite.
“I costi di lavorazione e trasporto devono ancora essere determinati”, ha dichiarato il prudente Ridley, “ma c’è grande curiosità sulla nostra ricerca”.
DA NOI? ALTO MARE!
Mentre negli States, a giudicare da questa iniziativa, si stanno organizzando per lo smaltimento delle “barche di plastica”, in Italia la rottamazione delle barche in vetroresina è un caos. Non esistono veri servizi di demolizione degli scafi in vtr perché il costo del disassemblaggio è maggiore rispetto al valore del materiale eventualmente riciclabile, al punto che, come ci aveva detto un operatore, “le barche inutilizzabili quasi conviene lasciarle affondare” (con gravissimi danni all’ambiente).
E, a giudicare dall’agenda del nostro governo, pare che il “fine vita” delle imbarcazioni non sia proprio all’ordine del giorno. Ma se il riciclo della vetroresina diventasse un business per il settore edilizio, siamo certi che cambierebbero le carte in tavola. Mai dire mai.
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