A proseguire sull’onda delle precedenti youngtimer, ecco che un altro splendido esemplare emerge dai nostri esclusivi archivi, una prova iconica di un’altrettanto iconica barca: l’Azimut Magellano 50. Piccolo capolavoro dei primi anni 2010, questo 15 metri risultava quasi inclassificabile: non era una navetta, non era un trawler, e le ‘adventure’ ancora non erano cosa… però un dato era certo fin da subito, il Magellano 50 era, ed è, un ‘globetrotter’ eccezionale. Barca ideale per la lunga e appassionante crociera, fu accolto a braccia aperte dal mercato.
Magellano 50 – piccolo-grande Globetrotter
“Non fatevi trarre inganno dalle belle foto di questo servizio, scattate in una splendida giornata. Io, il Magellano 50, l’ho provato nel pieno dell’inverno, sotto una fitta nevicata e con un mare di quelli che sconsiglierebbe a chiunque di mettere la prua fuori dal porto. Tant’è vero che, mentre mi stavo avvicinando a Savona, mi chiedevo che senso avesse provare una barca in pieno inverno e con un tempo così terribile. Ancora non sapevo quanto questo 15 metri non temesse le condizioni avverse di mare, anzi, addirittura ho realizzato quanto possa essere bello andar per mare anche quando fuori nevica.”
Queste le parole di chi, a suo tempo, ebbe modo di provarla per la nostra rivista, Barche a Motore. Per non esitare oltre, quindi, questa volta vediamo prima le prestazioni, in cui emerge tutta l’affidabilità di questa barca, pensata infatti, per fare il giro del mondo. Tutti gli altri dati in seguito, completi come sempre.
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Magellano 50 – Navigazione e Performance
“Il mare era decisamente arrabbiato, spazzato da un forte vento di tramontana con raffiche oltre i 30 nodi. Un’onda formata popolava l’intero specchio d’acqua, promettendo nulla di buono. Nevischiava e la temperatura, se non era sotto lo zero, c’era vicina, appena sopra solo per via del mare. Già stavo archiviando la trasferta come un viaggio a vuoto quando vedo il Comandante darsi un gran da fare nel mollare cime e ritirare parabordi. Sta a vedere che si esce ugualmente, penso. Il perché si esca comunque, non devo aspettare molto a capirlo: basta mettere la prua fuori dal porto perché tutto sia più chiaro.”
Il Magellano 50 affronta il mare con una tranquillità quasi disarmante. Non c’è verso di metterlo in difficoltà, che sia di poppa, di prua o al traverso, il mare proprio non lo scompone minimamente. Anche il forte vento è assolutamente neutralizzato: all’interno del luminoso quadrato si chiacchiera amabilmente, si verifica l’efficienza della domotica di bordo, si analizzano i dati raccolti durante la traversata da Barcellona e si confrontano con quelli della nostra navigazione.
Fuori c’è un piccolo finimondo e noi lo viviamo come su una sorta di schermo a 360°, in un ambiente ben riscaldato e con beccheggio contenutissimo, considerando lo stato del mare. Nell’ambito delle dotazioni di ausilio alla navigazione, difficile dire con questo mare l’incidenza dell’Easy Handling, il sistema di assistenza alla virata, che è comunque molto precisa e sicura con un raggio sufficientemente stretto. Prezioso invece il supporto dell’Easy Docking in manovra, con il joystick che fa lavorare in sinergia le due eliche poppiere e quella prodiera non facendo rimpiangere le Ips.
È poi il momento di verificare le prestazioni velocistiche, con un occhio di grande attenzione ai consumi che sono, sulla carta, l’altro grande punto di forza del Magellano 50. Si possono raggiungere, e anche superare di misura, i 20 nodi, ma non è per questo che il Magellano è stato pensato: infatti il meglio di sé lo offre a 12/13 nodi con i motori che “ronfano” a 2200 giri e con un consumo per motore di 30 litri-ora, un nuovo (ed economico) modo di pensare la crociera. Il meglio, dal punto di vista del risparmio di carburante, lo si ottiene però a 8 nodi, a un regime di circa 1500 giri: così bastano 13 litri all’ora per motore. Unica accortezza tarare i flap al 40% per abbassare un po’ la prua, utile con questo mare, ma in condizioni normali se ne può fare a meno.
Ma la sensazione più straordinaria è navigare a 12 nodi su un mare che metterebbe in seria difficoltà anche barche più grandi e, al contempo, avere la sensazione di essere in totale sicurezza, in un ambiente caldo e accogliente, con tientibene un po’ ovunque. Così, anche quando letteralmente si cade nell’incavo dell’onda (sorprendente la morbidezza dell’impatto), c’è sempre un appiglio vicino da afferrare, un’ulteriore e importante sicurezza per una barca che è pensata per viverci, navigare e godersela in ogni periodo dell’anno.”
(a fine articolo, tutti i dati della prova)
Magellano 50 – Progetto
Il Magellano fu una barca unica, tanto che per trovare proposte simili si doveva salire di parecchi metri, verso le navette oceaniche. Chi pensa ai trawler deve però confrontarsi con la carena, che sul Magellano 50 è all’avanguardia assoluta. Fu denominata Dual Mode, opera dello studio Dixon e, sempre nel rispetto di eccellenti doti marine, venne disegnata per contenere i consumi di carburante a velocità dislocanti o semiplananti – con risparmi fino al 15%. Al contempo, grazie agli ampi pattini e a un importante volume immerso nella zona centrale e prodiera dello scafo, la stabilità di navigazione era e rimane eccellente, anche a media velocità.
L’omologazione in classe A senza limiti (con vento forza 8 e onde oltre i 4 m), e l’autonomia oltre 1000 miglia, fecero del Magellano 50 il pioniere di una nuova filosofia dell’andar per mare con un 15 metri. Non sorprende quindi la fortuna che la serie ebbe, e continua ad avere, con l’Azimut Magellano 66 e il nuovo Azimut Magellano 60.
Magellano 50 – Coperta
Bastava un’occhiata, allora come oggi, per capire di che stoffa sia fatto il Magellano 50. A cominciare dalla prua priva di slanci (che riduce l’accelerazione verticale del beccheggio), all’alta falchetta che protegge i passavanti (che sono da vera navetta oceanica), fino alla dinette prodiera, che si farà apprezzare soprattutto in porto e che, all’occorrenza, diventa un ampio prendisole ben protetto dal volume della tuga, dove ci sono anche due grandi gavoni.
A poppa c’è la classica dinette con la scala che porta alla plancetta; lo specchio di poppa è incavato per ospitare il pram. Quest’ultimo, volendo, potrebbe anche essere montato sul grande fly, opportunamente dotato di gruetta, anche se lo spazio che “ruberebbe” è tanto e la zona sopraelevata è in realtà un ambiente molto vivibile, grazie alla generosa dinette, il completo mobile cucina e la plancia ben dimensionata. L’albero centrale funge da supporto della strumentazione ed è dotato di casse stereo, di un ampio gavone e di doccetta.
Magellano 50 – Interni
Su una barca giramondo come il Magellano 50 accade che la priorità non sia arrivare in fretta alla meta, bensì prolungare quanto più possibile il piacere della navigazione. Proprio nell’ottica delle lunghe permanenze a bordo, il cantiere non ha previsto un layout standard, ma ha studiato quattro soluzioni fra cui scegliere, per trovare quella più adatta al proprio stile di vita a bordo. La prima scelta si fa sul numero delle cabine, che possono essere due o tre, poi si passa a ulteriori declinazioni, che modificano la zona centrale del layout, in cui si avvicendano la zona sofa, lo studio o il vano per la lavatrice, che nelle altre soluzioni trova posto sotto le scale. Qualunque sia la scelta, le due cabine principali, ovvero l’armatoriale e la Vip con i rispettivi bagni privati, non cambiano né per posizione né per dimensioni.
La grande abitabilità è ulteriormente esaltata dalle ampie aree vetrate che fanno del quadrato un ambiente luminoso e in diretto contatto con il pozzetto, grazie alla quasi totale apertura della parete divisoria. La cucina baricentrica è una soluzione eccellente per poter servire le due dinette, esterna e interna e per evacuare i fumi. Bellissima la plancia che dimostra come con un minimo di ingegno si possano trovare delle soluzioni originali che sappiano unire razionalità e design. Al ponte inferiore si accede da una comoda scala e, nel modello in prova, che è a due cabine, la zona centrale è occupata da uno studio e da un salottino.
Entrambi, a scelta, possono però fare posto a una cabina con due letti sovrapposti o a un locale di servizio, per esempio per la lavanderia con una cuccetta di emergenza. La cabina dell’armatore è a centro barca, mentre quella Vip, che non ha molto da invidiarle in termini di volumetria, è a prua. Entrambe sono servite da un bagno dedicato con doccia separata.
Magellano 50 – Motorizzazione
Nella sala motori, originariamente, è prevista una coppia di Cummins da 425 cv common rail con gestione elettronica dei consumi. Inoltre, la barca è dotata dell’Easy Handling, che è il sistema di virata assistita, dell’Easy Docking di supporto in fase di manovra e del Seakeeper, il giroscopio che riduce sensibilmente il rollio della barca con mare mosso.
Da ricordare, il Magellano 50 era già allora offerto anche con motorizzazione ibrida grazie a due motori elettrici da 23 kW montati sugli assi motore a pruavia dei diesel.
Magellano 50 – Prestazioni registrate e Scheda Tecnica
I dati raccolti nella nostra prova. Ricordiamo le condizioni meteo: Vento Reale, 30 nodi; Stato del Mare, molto ondoso; Temperatura Esterna: 0/1°C; Persone Imbarcate: 5; Carburante: 1600 L.
Giri al Minuto – RPM | Velocità espressa in nodi | Consumo Carburante Orario |
1000 | 5.5 kn | – |
1500 | 8.8 kn | 26 l/h – autonomia: 103 ore 45’ |
2000 | 10.9 kn | 58 l/h – autonomia: 46 ore 30’ |
3000 | 20.7 kn | 106 l/h – autonomia: 17 ore 20’ |
Lunghezza Fuori Tutto (LOA) | 15.64 m |
Lunghezza al Galleggiamento (LWL) | 14.10 m |
Baglio Massimo (Bmax) | 4.65 m |
Pescaggio | 1.32 m |
Dislocamento a Secco | 19300 kg |
Dislocamento a Pieno Carico | 25000 kg |
Motorizzazione Massima | 2x 435 cv |
Serbatoio Carburante | 3000 L |
Serbatoio Acqua Dolce | 700 L |
Posti Letto | 4+2 |
Categoria di Omologazione | A |
Cantiere | azimutyachts.com |
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