Sul finire degli anni ‘50 andava prendendo forma un movimento destinato a dar frutti leggendari. Performance incredibili, nuove carene a V profonda e deadrise mai esplorati prima. Sotto i nomi di Ray Hunt, Jim Wynne e Don Aronow prendevano forma, insomma, scafi e progetti mai più dimenticati. Tra questi, un’icona dallo status eccezionale, il mitico Magnum 27’, il primo Magnum.
Magnum 27
Nel 1958 Ray Hunt sviluppava la prima carena a V profonda con la novità di un deadrise importante, 24°, soluzione fondamentale per evitare le botte e gli schianti classici al passaggio sull’onda degli allora scafi convenzionali. L’aggiunta di pattini longitudinali fu a sua volta altrettanto importante, fornendo ancora più lif alle sue creature, scafi presto capaci di ispirare un intero movimento (proprio da questa intuizione nascerà Bertram). Di lì a poco, infatti, Jim Wynne, ingegnere navale, colse la bontà delle intuizioni di Hunt, realizzando una carena similare, di altrettando successo. Arrivato il 1962, entrò nel “giochino” anche Don Aronow, che commissionò proprio a Wynne il progetto di un nuovo scafo ad alte prestazioni per suo uso personale. Nasce così la fondamenta del cantiere, che diventerà Magnum Marine solo nel 1966.
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Magnum: gli albori
Nata la piccola creatura, un 27 piedi formidabile, nel giro di niente Don Aronow vincerà il Campionato del Mondo Offshore, gettando non poca luce sul formidabile progetto, il “Maltese Magnum”. È il punto di svolta. La vittoria regala ad Aronow abbastanza successo da creare una piccola fabbrica nel nord di Miami, una strada a sua volta destinata a leggenda, madre di cantieri (sempre di Aronow) come Donzi, Magnum, e successivamente Cigarette: è la Thunderboat Row. Arriva il 1966 e, proprio con la produzione del Magnum 27, nasce Magnum Marine.
Segue subito un 35 piedi, fratello maggiore del 27 in tutto e per tutto. Anche con questo, Don Aronow, vincerà il Campionato del Mondo offshore. Magnum Marine è, di fatto, ora un nome importante. Manca infatti, poco che, nel 1968, il tycoon Clayton Rautboard si avvicina al marchio, rilevandolo. Sono gli anni di Apeco, l’impero delle fotocopiatrici di Rautboard. Qui parte davvero tutto, con il tycoon che mantiene sì i due scafi in listino, ma li customizza, rendendoli delle sedan, dei racer o delle varianti lifestyle. Magnum Marine diventa un piccolo gigante.
Magnum Marine: la svolta
Con il 1969 il Magnum 35 è un must, la hit del New York Boat Show. Qui cambia tutto. A New York il Marchese Filippo Theodoli scopre la barca e se ne innamora, la vuole in mediterraneo. Ma non la vuole solo veloce, la vuole anche confortevole, lussuosa. Non compra solo il 35 però, ma diventa di colpo il dealer ufficiale per l’europa. Ancora troppo poco. Le disponibilità non mancano e il successo si vede.
Arriva il 1976 e Theodoli fa il colpo grosso, compra Magnum direttamente, spostando il focus della produzione dallo spirito racer puro, al luxury e alla dolce vita. Il cantiere si reinventa e diventa un must della Sardegna, di Portofino e della Costa Azzurra. Nasce Magnum per come lo conosciamo oggi, e con lui due icone, il Magnum 53 e il Magnum 63. Tutto, per merito di un piccolo 27 piedi semplicemente grandioso, il Magnum 27, brillante intuizione.
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