Al Salone Nautico di Genova non abbiamo visto solo le novità “classiche” del mercato, ma anche una barca italiana molto coraggiosa: Mambo, la prima barca al mondo in vetroresina stampata in 3D. Già dalle linee si capisce che questa barca vuole colpire, come conferma anche Gabriele Natale, CEO di Moi Composites, uno spin-off del Politecnico di Milano. ”Queste linee sono una provocazione. Con Mambo noi vogliamo far capire che un armatore può chiederci praticamente qualunque forma per la sua barca. E noi possiamo farla, senza stampi o modelli.”
Mambo è la prima barca al mondo stampata in 3D di vetroresina . Ed è italiana!
Ma che barca è Mambo? Lo scafo è un triciclo rovesciato che si ispira al celebre Arcidiavolo di Sonny Levi. Con una lunghezza di 6.5 metri, baglio massimo di 2.5 metri, pesa 800 kg, è motorizzata con fuoribordo da 115 cv di Mercury. Come elementi di coperta è stato scelto un deck in sughero e divanetti in pelle bianca.
Mambo è stata realizzata con una tecnologia di stampa 3D brevettata chiamata Continuous Fiber Manufacturing (CFM). Questo sistema mette in moto dei robot che grazie ad algoritmi particolari permettono di stampare in 3D materiali compositi in modo fino ad oggi difficilmente immaginabile.
Guarda qui l’intervista completa a Gabriele Natale, CEO di Moi Composites
Com’è stata stampata in 3D la barca Mambo?
Nel dettaglio questa tecnologia permette di utilizzare delle macchine che depositano le fibre continue impregnate di resina reticolabile per creare oggetti, in questo caso barche. Tutto parte da che cosa? Da un semplice disegno digitale senza bisogno di modelli e stampi. Dopo aver elaborato il progetto, le varie sezioni sono state stampate utilizzando due robot KUKA Quantec High Accuracy. Conclusa la stampa, i pezzi sono stati uniti e laminati nel cantiere Catmarine, creando una struttura monoblocco in sandwich, senza divisione scafo-coperta.
Gregorio Ferrari
Mambo è la prima barca in vetroresina ad essere stampata completamente in 3D. Un progetto tutto italiano ideato da Moi Composites. Gabriele Natale, CEO di Moi Composites, uno spin-off del Politecnico di Milano. ”Queste linee sono una provocazione. Con Mambo noi vogliamo far capire che un armatore può chiederci praticamente qualunque forma per la sua barca. E noi possiamo farla, senza stampi o modelli."