Il motore marino ibrido che parla italiano – INTERVISTA

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 Blue Hybrid System

Paragonando la nautica all’automotive, può sembrare che il mondo dei motori marini sia fermo per quanto riguarda lo sviluppo di propulsioni elettriche, in particolare da parte dei principali produttori, i cosiddetti “big player”.

Ma esiste un vero bisogno in questo momento? Lo abbiamo chiesto a Massimo Labruna, ingegnere e amministratore unico di AS Labruna, specializzata in motori diesel marini, che può spiegarci il punto di vista di un produttore di questo tipo.

“Per ora non del tutto. L’ostacolo principale sono il costo e i limiti se lo paragoniamo a un moto- re termico. Il problema non è poi il motore in sé, quanto piuttosto le batterie per il peso e il prezzo. Di fatto, senza un obbligo vero e proprio, in questo momento non conviene a nessuno” ci risponde Massimo Labruna. Secondo Massimo Labruna, la soluzione non è però 100% elettrica.

“La mia idea di propulsione a impatto zero passa da un sistema ibrido che trasforma la CO2 (anidride carbonica) prodotta dal motore endo-termico in un carburante green che può essere usato dallo stesso motore endotermico, oppure come combustibile per una fuel cell per alimentare il motore elettrico. In questo modo si arriva ad avere emissioni zero, senza i limiti delle batterie a ricarica classiche”.

L’IBRIDO ALL’ITALIANA

Ci sono, però, circostanze in cui un motore elettrico diventa una scelta obbligata, per esempio a Venezia oppure su alcuni laghi. La necessità di dotarsi di una motorizzazione elettrica ha fatto sì che un’azienda italiana sviluppasse un sistema ad hoc, ibrido. Si chiama Blue Hybrid System ed è di fatto un kit per motori diesel installabile a bordo. Una volta entrato in funzione, il motore elettrico ha un’autonomia di circa 4-5 ore.

Questo sistema si integra con un pannello Naviop per fornire tutti i dati dall’autonomia ai giri motore. Di fatto un sistema di questo tipo mette insieme i vantaggi di motore diesel e di un elettrico: velocità, potenza, ampio tempo di funzionamento con le ridotte zero emissioni, il silenzio e il moto ondoso ridotto.

Dal motore diesel si passa all’elettrico facendo il cambio a motore fermo. Questo permette di navigare in zone libere a motore diesel, per poi passare al motore elettrico mentre si attraversano le aree marine protette, rendendo la navigazione in queste acque a impatto zero. Inoltre, utilizzando il motore tradizionale durante la navigazione, si possono ricaricare le batterie, azzerando i tempi di ricarica in banchina.


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