I motori elettrici erano in mare cinquant’anni prima della Tesla

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I motori elettrici per la nautica non sono un’invenzione recente. Già nel 1886 Werner von Siemens costruisce Elektra, la prima nave al mondo con un’elica azionata da un motore elettrico. L’abilità tedesca nel giocare con la corrente elettrica si manifesta anche in applicazioni più diportistiche e nella prima metà del secolo scorso la Siemens-Schuckert propone il PG 28 un motore elettrico fuoribordo elettrico da 120 W di potenza. E questo pezzo storico, come altri tre precursori marini della Tesla, sono esposti nel museo di Nils Häggblom, un giovanotto finlandese di 75 anni innamorato di vecchi fuoribordo e di windsurf anche se colleziona, restaura ed espone soli i primi nel Museo del fuoribordo (Perämoottorimuseo, in finlandese) a Tirmo, una trentina di chilometri a est di Helsinki. Per ragioni climatiche il museo è aperto solo durante la stagione estiva.

Guardando i quattro esemplari esposti al salone nautici di Helsinki si vede come in realtà il motore elettrico fosse già dall’inizio molto vicino alla forma attuale. Lasciando intendere che il problema della mancata diffusione capillare della propulsione elettrica è solo nella capacità delle batterie. Interessante vedere come i differenti produttori hanno interpretato nel tempo l’interfaccia utente. Un esemplare di cui non sono resi noti né marchio, né anno di costruzione, né potenza, ma potrebbe essere un modello risalente agli Anni 70: riporta solo un interruttore con tre posizioni: 0, 1 e 2. Essenziale, ma abbastanza chiaro.

Risalente al 1969 è il WonderTroll dell’americana Shakespeare, azienda attiva ancora oggi, ma ormai solo come produttore di antenne dopo aver abbandonato la produzione di impianti di ricetrasmissione radio. Qui si nota come l’estetica non sia poi tanto lontana a una radiotrasmittente di quegli anni. I comandi prevedono l’acceso e spento sulla manetta, l’avanti e indietro tramite interruttore a leva, il selettore per l’uso a 6 o 12 volt e il regolatore di potenza: alto, medio e basso. In più, un ulteriore interruttore accendeva la luce (ma non si sa più quale). Una scritta ricordava di azionare il motore solo quando in acqua. Sempre statunitense, ma risalente al 1955, e sempre con impressa la stessa scritta di sicurezza è il Silvertrol, ai tempi ancora in attesa di registrazione del brevetto, marchio che la Silver Creek Precision Corporation, utilizzava sin dal 1946. Qui i comandi sono tutti a tasti con cinque possibilità di utilizzo: spento, basso, 2a, 3a e massima.

Visto il successo che questi motori fuoribordo elettrici stanno avendo oggi (sulle barche dei pescatori sono sempre più frequenti) viene spontaneo chiedersi se oltre all’estetica la domanda di propulsori più efficienti ci porterà a vedere motori totalmente diversi o se sarà solo un discorso di design a cambiare i fuoribordo del futuro.

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