Benvenuti nell’epoca dei Fuoribordo 2.0: fino a qualche anno fa, all’aumentare della lunghezza della barca, la scelta di un modello entrofuoribordo era d’obbligo, oggi le cose sono cambiate.
Consumi: Grazie ai sistemi di iniezione diretta (e/o programmata elettronicamente) i consumi si sono ridotti di molto negli ultimi anni.
Accelerazione e performance: In pochissimi secondi sarete in planata, in 20 secondi avrete raggiunto la velocità massima. Questo grazie ai “moduli di gestione” digitali integrati nel motore che controllano alla perfezione accelerazione e cambio.
Peso: L’utilizzo di materiali più leggeri come il titanio, affiancato al tradizionale (e affidabile) acciaio inossidabile, oltre che la diminuzione di componenti interni hanno ridotto i pesi dei fuoribordo.
Manovrabilità: Servosterzo intelligente, piedi idrodinamici garantiscono grande facilità di sterzata e stabilità. A basse velocità, potrete usare il joystick e ormeggiare e spostarvi lateralmente in modo semplice grazie a sistemi integrati.
Manutenzione: In alcuni casi non dovrete neanche più rimuovere la calandra per operare i controlli di routine e verificare i livelli dell’olio. La semplicità è totale.
Elettronica: Iniezione elettronica, sterzo elettrico e non più idraulico, controllo del trim automatico. Potrete gestire dati e funzionalità in digitale dal vostro chartplotter. O dal vostro smartphone e tablet!
Elica: Meglio in acciaio o in leghe speciali che in alluminio, per motivi di corrosione. C’è chi offre anche una seconda elica controrotante, per garantire maggior stabilità in navigazione e una spinta in retromarcia più potente.
Estetica e design: Il design gioca un ruolo fondamentale: le linee sono sempre più pulite e areodinamiche, sia per i modelli con pistoni in linea che a “V”. E c’è chi propone personalizzazioni della calandra.
I fuoribordo sono sempre più potenti, leggeri, facili da utilizzare e in grado di garantire performance e accelerazioni sempre maggiori. Difficilmente le case produttrici non hanno in catalogo modelli da 300 cavalli e oltre (la “punta dell’iceberg” è il Seven Marine di 627 cavalli).
E non sottovalutiamo il fattore manutenzione: dimenticatevi di dover infilarvi in angusti vani motore, nella maggior parte dei casi vi basterà rimuovere la calandra et voilà. Anzi, in alcuni casi – come le gamme di Mercury – esiste la possibilità di controllare lo stato dell’olio senza nemmeno toglierla.
Poi non vi resterà che il “tagliando” (il top sarebbe farlo ogni 100 ore di attività: sostituzione di liquidi, filtro e candele). “Anche per i cantieri”, come ci ha spiegato Ernesto Chiesa di Yamaha, “l’installazione è ormai un gioco da ragazzi, con sistemi elettrici ‘plug and play’ dove è impossibile sbagliare”.
La sua potenza, in genere, sarà leggermente inferiore alla potenza massima installabile (sempre indicata dal costruttore della barca), ma questo problema viene meno se acquistate un “package” barca + motore. Poi, dettagli…
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