Ormeggiare nelle isole proibite: un’occasione per il rilancio post-Covid

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Good news. La Gallinara, l’unica isola della Liguria di Ponente con Bergeggi, non diventerà un resort di lusso per pochi eletti. Il Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) l’ha acquistata, esercitando il diritto di prelazione poco prima che diventasse proprietà dell’oligarca russo Alexandr Boguslayev, che aveva intenzione di tramutarla in un paradiso per ricchi.

Il Mibact ha intenzione di renderla fruibile al pubblico. La speranza è che questo non sia altro che il primo passo verso una nuova gestione delle aree marine e protette italiane, un patrimonio unico in tutto il Mediterraneo per la maggior parte proibito a chi va in barca e vorrebbe ormeggiare e visitare queste isole paradiso. Ovviamente nel rispetto dell’ambiente.

Il problema è questo, le aree protette che contengono perle come Montecristo, Pianosa, Gorgona (ma anche di buona parte di Giannutri, Capriaia tanto per rimanere in Toscana) sono off-limits. Perché? Non esiste un ministero che faccia la regia e coordini in modo omogeneo la gestione delle aree protette.

Regna il caos: governano le Regioni, i corpi dello Stato, addirittura guardie carcerarie. Ognuno ha dei suoi obiettivi personali di rendita di posizione. Nessuno pensa a renderle fruibili a terra e soprattutto a mare, aprendole al diporto, un tipo di turismo che di certo non va a rovinare l’ecosistema locale.

Basta vedere l’esempio spagnolo di Cabrera, nella piccola isola riserva marina delle Baleari e dei parchi di Corsica e Francia del Sud per rendersi conto che è possibile organizzare un turismo nautico ecosostenibile. Il Mibact sarebbe sicuramente il riferimento più giusto per ripensarlo radicalmente aprendo finalmente a chi vuole, con la propria barca, visitare e ormeggiare in questi paradisi ancora oggi, per la maggior parte, inaccessibili.

Il turismo nautico, in Italia, è un patrimonio non sfruttato che potrebbe diventare uno degli elementi di rilancio post-pandemia. Basta che ci sia qualcuno (ribadiamo: il Mibact) che ne prenda le redini, creando un piano coordinato che tenga conto della realtà e non dei privilegi.

 

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