Stop alla pesca elettrica. Il mare ringrazia l’Europa

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Arriva la buona notizia che ferma la pesca elettrica. Con 571 voti a favore dello stop e 60 contro, martedì 16 aprile il Parlamento europeo ha approvato l’accordo sul Regolamento “Misure tecniche”, che comprende la pesca elettrica. Sarà quindi recepito il divieto di praticare questo tipo di pesca altamente distruttiva a partire dal 1 luglio 2021. Tra i protagonisti di questa vittoria c’è Bloom, associazione  francese senza scopo di lucro che si dedica agli oceani e a coloro che vivono di loro. La loro missione è lavorare per il bene comune creando un patto sostenibile tra l’uomo e il mare.

Cos’è la pesca elettrica?

La pesca elettrica è una tecnica che utilizza potenti scariche di corrente che partono da elettrodi trainati vicino al fondale marino.  Questo metodo ha sollevato molte polemiche perché non è stato scientificamente valutato il suo impatto marino. La tecnica stava andando avanti su larga scala nella pesca olandese.

Le scariche elettriche costringono pesci e il piccolo pesce come i frutti di mare e altre specie a staccarsi dal fondo marino e allinearsi alla colonna d’acqua creata. Questo consente loro di essere facilmente catturati con una rete da traino. Questo metodo è stato adottato soprattutto dai pescatori olandesi nel Mare del Nord meridionale e nella Manica permettendo di aumentare le catture di sogliole, loro principali specie bersaglio.

Si parte dal 2021, ma i benefici iniziano ora 

Non dobbiamo attendere così tanto per vedere già i benefici di questa iniziativa. Tra la pubblicazione del regolamento sulla Gazzetta ufficiale entro qualche settimana, e il 1 luglio 2021, i pescherecci autorizzati a questo tipo di pesca sarà drasticamente ridotto: dagli 84 di oggi (tutti olandesi) a una decina.

In più ogni singolo Stato membro potrà impedire sin da subito la pesca elettrica nella propria fascia costiera fino a 12 miglia nautiche. In Francia, il deputato Erwan Balanant (Modem) ha presentato un disegno di legge in tal senso, supportato da altri 125 deputati di ogni schieramento politico a significare come le sorti del mare non abbiano più un colore di riferimento ma sono diventate di interesse generale. Anche L’eurodeputato belga Tom Vandenkendelaere (PPE) intende vietare la pesca elettrica nelle acque del suo paese. Mentre nei Paesi Bassi, i pescatori artigianali di C-LIFE spingono nelal stessa direzione, inascoltati tuttavia dal governo del paese che favorisce i pescherecci elettrici.

Vogliamo i soldi indietro!

Ma non basta. Il Collegio dei Commissari è ancora tenuto ad aprire una procedura di infrazione contro i Paesi Bassi in merito alle numerose deroghe illegali concesse. Bloom (associazione fondata nel 2005, che lavora per la salvaguardia degli oceani e la difesa di attività di pesca ecologicamente e umanamente sostenibili) e attivissima nel sostenere la campagna contro questo tipo di industria ittica chiede anche il rimborso ai cittadini dei 21,5 milioni di euro di sovvenzioni che hanno permesso lo sviluppo della pesca elettrica.

«Nell’epoca della disinformazione la verità ha trionfato, e continuerà a prevalere di fronte alle palesi menzogne dell’industria olandese che ha tentato di screditare Bloom e le nostre argomentazioni, benché fossero ben fondate. Bloom si ritrova frequentemente ad affrontare false accuse, ma il rigore scientifico delle nostre ricerche e le informazioni che diffondiamo sono inattaccabili. Noi rispondiamo sempre con serenità, per quanto talvolta in situazione d’urgenza, a queste accuse fallaci», afferma Frédéric Le Manach, direttore scientifico di Bloom.

Davide può sconfiggere Golia

Attaccando la pesca elettrica, Bloom si è dovuta misurare con un’industria particolarmente potente e influente.

«Abbiamo portato alla luce molti malfunzionamenti delle nostre istituzioni: l’assegnazione di licenze illegali, le menzogne della Commissione riguardo alle prime deroghe concesse, le sovvenzioni illegali per finanziare lo sviluppo di questa tecnica. Altri attori hanno contribuito al successo della nostro campagna, in particolare un giornalista olandese che ha dimostrato l’assoluta assenza di ricerca scientifica – benché fosse il pretesto avanzato per ottenere le licenze», riassume Laetitia Bisiaux, ricercatrice per Bloom.

«Quando abbiamo iniziato la nostra campagna presentando una denuncia contro l’Olanda, all’inizio di ottobre 2017, la vittoria era lungi dall’essere scontata. La Commissione europea proponeva di autorizzare la pesca elettrica nel Mare del Nord, cosa che avrebbe portato allo sviluppo di questo metodo distruttivo in tutte le acque europee. Il nostro obiettivo era il divieto totale e definitivo. Un impegno costante e alla fine abbiamo vinto» ricorda Sabine Rosset, direttrice di Bloom.

L’unione fa la forza

Dopo la prima denuncia delle licenze illegali, poi la denuncia dei pescatori artigianali degli Hauts-de-France. Non è mancato il sostegno dei pescatori artigianali italiani, belgi, inglesi, olandesi e spagnoli. Inoltre l’Associazione dei pescivendoli della Francia, la grande distribuzione (gruppo Intermarché, Biocoop, Carrefour e Méricq), gli chefs del circuito Relais & Châteaux, il Collège Culinaire de France e alcuni chefs dell’associazione Euro-Toques hanno sostenuto la campagna rifiutando le forniture di pesce ottenuto con la pesca elettrica e sensibilizzando l’opinione pubblica sugli effetti catastrofici di questa tecnica di pesca.

Infine, vincere la battaglia sarebbe stato impossibile senza i cittadini che in diverse occasioni si sono mobilitati in massa, firmando le nostre petizioni e invitando i rappresentanti eletti dell’Europa grazie alle piattaforme che Bloom ha messo a loro disposizione.

Photo by Steinar Engeland

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