La Vespa, l’Ape, ma anche il Porter o il P.180 Avanti. Dall’asfalto al cielo, la Piaggio ha portato un carico innovativo e creativo notevole. E in acqua? Ecco a voi, la storia del Moscone, il mitico fuoribordo che doveva essere la “Vespa del mare”! Per i 140 anni del marchio, facciamo un tuffo nel passato a vedere un motore marino oggi scomparso dai radar.
Moscone, la Vespa dei mari
I fuoribordo hanno una lunga, lunghissima storia. Fin dagli anni ’30, complici le gare di motonautica che stregavano il pubblico con imprese a base di velocità e adrenalina, questo propulsore era sulla bocca di tutti. Ma ancora nel dopoguerra, in Italia non c’era stata una grossa diffusione al grande pubblico. Ad accorgersene fu Enrico Piaggio che lavorò subito per creare un mezzo pratico, a scopo turistico e utilitario. Insomma, per il diporto.
Visto il successo di uno dei motocicli più famosi al mondo, alla Piaggio il collegamento fu immediato. “Vespa dei mari”, così venne conosciuto dal grande pubblico il Moscone, uno dei primi fuoribordo di massa nella Penisola. Un progetto che inizia nel 1948, appena due anni dopo la nascita della Vespa, e che tocca l’acqua nel maggio del 1949 all’Idroscalo di Milano.
Il debutto del Moscone Piaggio
Il suo debutto ufficiale era avvenuto alla Fiera Campionaria di Milano, evento clou di quel tempo, già nell’aprile dello stesso anno. Alla ricorrenza, oltre ad autorità e giornalisti, presero parte anche il presidente della Federazione Motonautica Italiana e Achille Castoldi, famoso conquistatore dei record mondiali di velocità su fuoribordo nel 1930 e 1940.
Con lui arriva anche una piccola barca, progettata sempre dalla Piaggio, uno scafo stile “dinghi” costruito nei cantieri di Finale Ligure gestiti dal fratello di Enrico Piaggio, Armando Piaggio. La coppia costava 218.000 lire, ma il singolo motore si fermava alle 98.000 lire.