Di persone che attraversano l’Oceano Atlantico ormai ce ne sono molte. Ma quelle che l’hanno fatto in modi assurdi, fortunatamente, si contano sulle dita di uno mano. Jean-Jacques Savin entra sicuramente in questa prestigiosa “elité” dal momento che ha appena concluso la sua traversata oceanica in un barile di legno arancione di 10 metri quadri, senza motore o altre propulsioni se non le correnti e gli alisei (i venti dell’Oceano) e si trova ora alla deriva al largo della Florida.
Ecco l’impresa del Diogene moderno
Diogene, vissuto nel IV secolo a.C. e detto anche il “Socrate Pazzo”, è noto anche per aver vissuto parte della sua vita in una…botte. Il nostro Diogene moderno si chiama invece Jean-Jacques Savin, ha 72 anni ed è francese. Si tratta di un cosiddetto “pensionato dinamico”: è un ex atleta di Triathlon di livello, ha servito da paracadutista nei militari ed è stato pilota d’aereo. Il congedo non lo ha bloccato dato che per festeggiare i suoi 70 anni ha scalato il Monte Bianco. Dopo, per non perdere l’allenamento, ha attraversato l’Oceano partendo dalle Canarie a dicembre , con destinazione… qualche parte nei Caraibi.
Via col vento
Come raccontava recentemente il “re dei superyacht”, Dan Lenard, fresco di oceano senza strumenti, “tutto quello che parte dalla nostra metà dell’Atlantico, prima o poi arriva ai Caraibi”.
E ci ha pensato Savin a dimostrarcelo in modo pratico impiegando 122 giorni e nove ore a compiere questa traversata. L’ex soldato si è lanciato in mare il 26 dicembre dall’isola di El Hierro nelle Isole Canarie, per attraversare l’Atlantico cullato solo dal vento e dalle correnti. Cosa lo ha spinto? Semplicemente il gusto dell’avventura e l’amore per il “sentimento di libertà”, rappresentati dalla sua barca-botte arancione.
Come l’ha fatto?
Su una barca fatta a barile alta un massimo di 2,10 metri e larga 1,70, che può portare 300 kg di peso (Savin compreso). Lo scafo è stato realizzato in un piccolo cantiere di Arès. Per quanto riguarda l’opera viva, il barile è dotato due pinne stabilizzatrici e anche una deriva in modo tale da non far rotolare sulla superficie marina la botte. Nella parte superiore ha un boccaporto a cupola simile a quello dei sottomarini, mentre il barile è dotato di numerosi oblò che hanno consentito a Savin di guardarsi attorno.
Il suo viaggio non è però ancora finito. Al momento Savin è ancora in mezzo al mare, in attesa di toccare finalemente terra o di essere imbarcato da qualche nave.
Il suo modello
Nonostante la botte, il nostro caro Jean-Jacques non si ispira al cinico Diogene. Il suo modello è invece Alain Bombard, il biologo francese che nel 1952 si lanciò nella traversata atlantica con un gommone Zodiac a vela di 4 metri e mezzo, l’Hérétique, senza provviste. Voleva dimostrare che i naufraghi muoiono per cause psicologiche e non per mancanza di cibo e acqua. Ci riuscì, sbarcando alle Barbados (da Tangeri), dopo 65 giorni alla deriva, durante i quali si cibò di plancton e bevve acqua di mare, calcolata per non rischiare di morire.
Fonte immagini: TESA
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