Nel 2025 sogniamo una serie di semplificazioni, agevolazioni e soluzioni per il mondo del diporto italiano. Perché andare in barca è bello e dovrebbe essere accessibile a più persone possibile. Nel 2024 è arrivato il patentino nautico, c’è stato l’aggiornamento delle dotazioni necessarie e del titolo semplificato per gli ufficiali di 2^ classe per, in soldoni, poter fare lo skipper in regola. Ci sono ancora, però, tanti temi irrisolti, ma che meritano attenzione perché riguardano tutti.
Tra questi, le Riserve marine sono sicuramente un tema “caldo”. Il perché è presto detto: in queste porzioni di costa, tra le più belle in Italia e al mondo, è molto difficile navigare.
Riserve marine
Il nostro Paese ha la più ampia rete di aree marine protette nel Mediterraneo: sono 29 per una superficie totale di oltre 200.000 ettari a mare con circa 700 chilometri di coste alle quali vanno aggiunti 2 parchi marini sommersi, 2 parchi nazionali con protezione a mare e il Santuario Internazionale dei mammiferi marini (Santuario dei Cetacei). Si può dire che il “meglio” del nostro mare è sotto tutela, ma è complicato navigarci.
I problemi
Ogni riserva, però, anche se con regole generali comuni, decide in autonomia le zone fruibili al diporto, i periodi, le modalità di accesso, la necessità di permessi e le eventuali tariffe. Un gran calderone dove le regole non sono facilmente comprensibili o bisogna “ricostruirle” scorrendo decreti, delibere e circolari.
Spesso poi campi boe o campi di ormeggio attrezzati mancano o sono insufficienti e le modalità di accesso o prenotazione farraginose.
La nostra proposta
Il modo migliore per conoscere (e apprezzare) le riserve marine è, appunto, dal mare. Bisogna quindi bilanciare le esigenze di tutela di un bene ambientale fragile con un turismo nautico a basso impatto ambientale.
Le ultime modifiche al Codice della Nautica consentono di realizzare campi boa e ormeggi attrezzati sia nelle zone di riserva generale (B) che di riserva parziale ( C ), serve quindi che gli organismi di gestione si attivino in questo senso. Sarebbe utile inoltre creare siti online efficienti e comprensibili, con mappe aggiornate degli ormeggi e la possibilità di effettuare prenotazioni.
Bene anche destagionalizzare i flussi dei diportisti con iniziative ad hoc (tariffe agevolate, organizzazione di escursioni a terra, etc.).
Tutti gli episodi:
- Rottamazione barche: il modello francese
- Skipper in regola
- Registro telematico
- Porti turistici e posti barca
- Riserve marine
- Bandiera estera: italiana o straniera?
- Patente nautica: è allarme tariffe
- Nautica sociale
- Patente nautica su app
- Patente nautica europea
- Regioni: risorsa per il diporto
- Natanti all’estero
- Kit Pronto Soccorso
- Promozione della nautica
- Controlli in mare
- Zattere di salvataggio
1 commento su “Riserve marine, ma perché i posti più belli d’Italia sono così difficili da vedere?”
The Real Person!
Siamo semplicemente un popolo di vandali, infingardi, devastatori, menefreghisti e prevaricatori. La difficoltà alla fruizione di posti meravigliosi sono GIUSTE perché non ce le meritiamo. Basti pensare all’inciviltà della musica in barca a volume insostenibile solo per far ballare dei cretini imbottiti di alcool e sostanze varie ……………