Di recente si parla non poco della casa automobilistica in rosso. Ferrari, infatti, ha appena vinto per il secondo anno di fila la 24 ore di Le Mans, ha vinto in F1 a Monaco (con 2 DNF subito a seguire in Canada) e, nel mondo della vela, ha avviato una partnership con il velista Soldini, generando attenzioni e indiscrezioni non indifferenti. Mancherebbe solo il mondo delle barche a motore, sembrerebbe, eppure in questo, Ferrari, ha già dato il suo contributo, e che contributo… Erano i mitici anni ‘90 e Ferrari firmava la Testarossa dei mari in una partnership a dir poco iconica: Ferrari + Riva. Ecco, per non dimenticarsene, il mitico Riva Ferrari 32, un mostro da 55 nodi prodotto in appena 40 esemplari…
Riva Ferrari 32
Maranello, anni ‘90. Enzo Ferrari è mancato da poco, ma una delle sue ultime aspirazioni era quella di realizzare una supercar dei mari. La casa automobilistica si confronta così con Riva, che subito coglie la bontà dell’idea. Il progetto verrà curato da Gino Gervasoni in persona, allora capo dei Cantieri Riva. La sinergia è stretta, il lavoro certosino. Da un lato, in Ferrari, viene sviluppato il lato relativo l’ingegnerizzazione, con studi sui materiali, sull’aerodinamica e sullo stile. Dall’altra parte, Riva, processa gli input in arrivo dall’Emilia-Romagna, adattandoli alle peculiarità della progettazione e costruzione navale. L’obiettivo è semplice, creare uno scafo eccezionale, capace di sposare al meglio le filosofie di ambedue le realtà, potendone così portare ambedue i nomi. Nasce un piccolo capolavoro, è lui, il Riva Ferrari 32, forte di una coppia di BPM Vulcano V8 da 390 cavalli, stile e lusso da vendere e prestazioni eccezionali.
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Riva Ferrari 32 – Esterni e volumi
Rosso Corsa obbligatorio, V profonda e spoiler in carbonio sopra la timoneria. Il resto del design prosegue sulla stessa linea: lo scafo è slanciatissimo, prese d’aria a murata, prua sgombra e pozzetto ben arretrato. Fondamentalmente, il Riva Ferrari 32 è un dardo rosso con spoiler e potenza da vendere. Non è certo una barca pensata per la crociera e il comfort in navigazione, ed è ben evidente a guardarla. Il design ne fa uno statement, tutto è scolpito per essere tale. Ma, attenzione, il lusso non manca.
A poppa, una comoda scaletta accompagna a bordo, dove subito si evince come ogni spazio sia stato sfruttato fin all’ultimo millimetro. Il pozzetto, classico per layout, si compone di un ampio prendisole e di doppia seduta in timoneria, quest’ultima ribaltabile, per poter scegliere la posizione di guida più adatta al proprio gusto. Tutto, qui come nel resto dei volumi, è ridotto all’essenziale, e diventa così ruolo del design e della qualità dei materiali il rendere l’ambiente piacevole e accogliente attraverso soluzioni intelligenti e esteticamente apprezzabili.
La timoneria, infine, recupera la strumentazione Riva/VDO, offrendola in pieno stile Ferrari, quasi come se fosse un cruscotto racing, sposando, però, il tutto con l’eleganza di cui si fa forte il marchio Riva. A prua, conclude gli spazi una cabina con bagno separato, rendendo il Riva Ferrari 32, effettivamente, un weekender, con toilette e posti letto per due.
Riva Ferrari 32 – Motorizzazione e prestazioni
Lungo 9.6 metri e spinto da una coppia di motori BPM Vulcano 400 V8 da 390 cavalli, il 32’ è fondamentalmente equiparabile ad un offshorer suo contemporaneo. La velocità massima, infatti, è pari a 55 nodi, equivalenti a circa 100 km/h. Un risultato ottenuto lasciando nulla al caso e facilitato dal grande spoiler in carbonio che, grazie agli studi condotti a maranello, è in grado di offrire portanza alle alte velocità, alleggerendo così lo scafo e aumentandone le prestazioni.
Riva Ferrari 32 – Scheda tecnica
Unità prodotte | 40 |
Lunghezza Fuori Tutto (LOA) | 9.6 m |
Motorizzazione | 2x BPM Vulcano 400 V8 da 390 cavalli |
Velocità Massima | 55 kn |
Posti Letto | 2 |
Cabine | 1 |
Bagni | 1 |
Ingegnerizzazione | Ferrari Engeneering |
Cantiere costruttore | Riva |
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3 commenti su “Riva Ferrari 32 (9.6 m), la “testarossa” dei mari che volava a 55 kn”
Veramente interessante. Ma sorprende la lontanaza degli intenti di allora con quelli attuali . Siccome il mito della velocità è comunque dirompente, diventa difficile immaginare anche per la nautica un percorso parallelo alle auto sullo stile Tesla.
Be erano altri tempi qualche alettone l’ho costruito pure io. Peccato non ha fatto granché
Il motivo per cui non abbia ricevuto un significativo riscontro contrariamente alla maggior parte delle imbarcazioni RIVA, sia da ricercare e, da quel discutibile alettone (sicuramente non appartenente allo stile dei clienti Riva) e che essendo stata realizzata con l’intento di darle una forte impronta sportiva, (vedasi il suo nome), risultava invece una imbarcazione molto impegnativa se si ricercavano le massime prestazioni.
Le si potevano raggiungere solo in acque calme o ferme, se consideriamo che la carena immersa era quella di poco più di una imbarcazione da 27 piedi, a fronte di una potenza installata di 800 CV.