In Italia rottamare le barche a motore non è un gioco da ragazzi, anzi è particolarmente complicato. Non esistono veri servizi di demolizione degli scafi in vetroresina perché il costo del disassemblaggio supera di gran lunga quello che sarebbe il valore del materiale riciclabile. La situazione è in realtà più complicata di quanto non possa sembrare.
Poniamo il caso di un armatore in possesso di una barca ormai inutilizzabile. Per prima cosa è comunque tenuto a pagare i costi di ormeggio, rimessaggio e l’assicurazione che a seconda delle dimensioni dello scafo può crescere fino a raggiungere cifre molto considerevoli durante l’anno. La situazione è paradossale al punto che un operatore ci ha raccontato che spesso il modo “più conveniente” è quella di lasciare affondare la barca, scelta gravemente sbagliata sotto tantissimi punto di vista, in primis per ciò che riguarda l’ambiente marino.
Si muove qualcosa all’orizzonte per risolvere questo problema?
Qualcosa si muove, sì, ma non Italia, dove il governo si trova “in alto mare”, per restare in tema, sia con il nuovo Registro Telematico che era stato annunciato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, al Salone Nautico di Genova, sia con la questione “porti“ in cui si annunciava un programma di rilancio degli approdi attraverso la soluzione definitiva del contenzioso sulla retroattività dell’aumento dei canoni demaniali. Nessuna di queste due tematiche sembra destinata ad avere soluzioni e sviluppi sostanziali in tempi brevi.
Altra aria, invece, quella che si respira nella fredda Svezia. I proprietari di barche svedesi possono rottamare gratuitamente (fino al 31 dicembre) le loro vecchie barche quest’anno, per concessione dell’Agenzia nazionale per la gestione delle risorse marine e idriche (300.000 euro di sussidi).
Non è una manovra di poco conto: pare che quasi 500 imbarcazioni, di peso inferiore alle tre tonnellate, saranno ritirate dal mercato e rottamate quest’anno (unico costo a carico degli armatori: il trasporto verso il sito di demolizione, gestito dalla società Stena Recycling). Da sottolineare il fatto che le barche demolite saranno tutte riciclate. Secondo l’agenzia succitata, la Svezia ha circa 64.000 imbarcazioni abbandonate o inaffidabili su una flotta totale di circa 900.000 imbarcazioni. Solo una piccola parte di queste è stata demolita prima della nuova iniziativa.
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