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Salpare e lasciare la banchina d’attracco può apparire la manovra più semplice tra tutte quelle connesse con l’andare per mare, ma pensarla così è senza dubbio un errore: salpare non s’improvvisa. Ecco una corretta sequenza in sei passaggi semplici, ma efficaci.
Le manovre per lasciare l’ormeggio sono differenti, a seconda che si debba lasciare un pontile, un gavitello o una boa. Analizziamo il caso più frequente, cioè lo staccarsi da una banchina. Ricordando che, soprattutto se state per lasciare un porto non perfettamente conosciuto, dovete avere l’accortezza di comportarvi come segue.
A – Spiegate a tutto l’equipaggio come intendete procedere, assegnando ruoli precisi e spiegando chiaramente quali saranno i vostri ordini e la loro sequenza cronologica, ovvero come essi dovranno essere eseguiti (pretendete silenzio a bordo, e ricordate anche che un ordine urlato è già di per sé un ordine dato male). Per quanto riguarda le posizioni, compatibilmente col numero di passeggeri (e la loro reale capacità ad operare), qualcuno dovrebbe essere a prua estrema con la funzione di vedetta, specie per allertare il timoniere in caso siano presenti in acqua oggetti semigalleggianti, come cime e sacchetti di plastica pericolosissimi per l’elica.
Una persona a prua, oltre a liberarvi dal corpo morto, vi indica lo spazio libero per manovrare in sicurezza. Almeno un altro membro dell’equipaggio dovrebbe trovarsi a centro barca, pronto col mezzo marinaio per intervenire sul lato destro o sinistro. Tutti coloro che non collaborano alle operazioni non le debbono neppure intralciare, quindi devono starsene tranquilli in pozzetto per non impedire una buona visuale a chi sta al timone.
B – Aprite il vano motore per consentire una corretta aerazione. Accendete per tempo il propulsore affinché si scaldi, verificando il suo corretto funzionamento. Valutate attentamente la quantità di carburante imbarcato e fate gli opportuni calcoli per la vostra autonomia per la navigazione. Se state per affrontare una navigazione sufficientemente lunga, quando il motore è caldo spegnetelo e controllate il giusto livello dell’olio. Non guasta neppure un’occhiata ai filtri del carburante (niente sedimenti e goccioline d’acqua) e a quello dell’acqua (che deve risultare perfettamente pulito).
C – Evitate che sul ponte siano lasciati oggetti che potrebbero infastidire, danneggiare o anche solo ritardare lo svolgimento della manovra, mentre assicuratevi che ci siano tutti quelli che ritenete utili: anche in questo caso l’ordine è un elemento essenziale che distingue un equipaggio “della domenica” da un equipaggio dal “piede marino”.
E – L’ancora deve essere in posizione sul musone di prua, pronta ad essere calata se la barca non fosse manovrabile per qualche ragione imprevista e improvvisa e andasse alla deriva.
F- Fate passare a doppino le principali cime d’ormeggio, soprattutto quelle sopravvento, per manovrare senza dover più scendere da bordo.
G – Iniziate a muovervi solo dopo aver verificato che nessun’altra barca sia già in manovra nel vostro stesso braccio di canale di percorrenza, che non vi siano cavi in acqua che potrebbero essere catturati dall’elica e naturalmente che tutto l’equipaggio sia a bordo.
Non è riportato in elenco, ma è certo scontato, che prima di qualsiasi uscita si deve avere una precisa cognizione dello stato del tempo e della sua possibile evoluzione; deve essere verificato che tutto il necessario sia a bordo, dai documenti di legge alle dotazioni di sicurezza, dai viveri e acqua dolce (se state partendo per una crociera) agli attrezzi e così via. Ma questi aspetti generali prescindono dalla manovra del salpare e fanno parte del più ovvio buon senso.
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