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U.S. Navy Sea Shadow – San Francisco, Calif; Marzo 1999
Nel clima di tensione e gran segretezza dei primi anni ‘80, in California la Lockheed Corp. lavorava per dar vita ad un oggetto unico, un progetto sperimentale destinato a studiare l’applicabilità navale delle tecnologie stealth. Nacque così la Sea Shadow, una nave S.W.A.T.H. (una tipologia di catamarano con gli scafi gemelli completamente immersi) invisibile ai radar, sebbene lunga 49,99 metri. Non verrà mai inquadrata nelle forze armate, ma gli studi condotti saranno rivoluzionari. Il mondo saprà di lei solo nel 1994.
Lockheed Sea Shadow
Operativa come nave di test e ricerca dal 1985 al 1986, la Sea Shadow non venne mai ufficialmente commissionata, e tantomeno fu operativa tra le forze armate statunitensi e nel 2012 venne smantellata. Il suo scopo, del resto, era tutt’altro, ovvero studiare le tecnologie di “invisibilità radar”. Obiettivo che si rivelò un successo, tanto che venne recuperata nuovamente anche a fine anni ’90 per basare, sui suoi studi, diverse migliorie alla flotta, oltre allo sviluppo delle cacciatorpedinieri DDG 1000 Zumwalt, da cui si è verosimilmente ispirato il celebre superyacht M/Y A.
Lockheed Sea Shadow – San Francisco, Calif.
Lockheed Sea Shadow – Sviluppo
L’idea di sviluppare la Sea Shadow nacque sul finire degli anni ‘70 presso la divisione “Skunk Works” della Lockheed Corp, ovvero il team dedicato allo sviluppo di veicoli sperimentali della compagnia. La Lockheed, allora una delle più importanti industrie aerospaziali statunitensi, aveva completato la progettazione e prototipazione del suo primo caccia stealth (F-117) e pensò di declinare la tecnologia per applicazioni navali.
L’idea originale prevedeva lo sviluppi di sommergibili stealth ma, rifiutata dalla U.S.Navy, venne così ripiegata sugli S.W.A.T.H. (Small Waterplane Area Twin Hull), una specifica tipologia di catamarani dove la sezione trasversale degli scafi sulla superficie del mare è ridotta al minimo, posizionando la maggior parte del dislocamento al di sotto della superficie. Fondamentalmente, un catamarano che, anziché avere due scafi dislocanti, sfrutta due sottomarini gemelli al posto di questi -soluzione che, peraltro, migliora enormemente la stabilità complessiva.
Indubbiamente singolare, la Sea Shadow salta subito all’occhio per le forme dei volumi, spigolose e inclinate di oltre 45 gradi. In termini di dimensioni, era lunga 49.99 metri e alta 20.73, con 4.42 metri di pescaggio. Le ragioni dietro le forme sono, ovviamente, di natura stealth, e quindi studiate per offrire la minima capacità riflettente ai radar. Caratteristica che la rende così virtualmente invisibile sistemi di rilevamento e tracciamento. Leggenda vuole che, nel pieno della notte, potesse avvicinarsi fino ai portelloni delle navi con cui conduceva i suoi studi, senza essere rilevata fino all’apertura dei propri boccaporti.
Lockheed Sea Shadow
Per quanto riguarda la configurazione Swath, la piattaforma principale è il centro nevralgico della nave, alloggio per 12 uomini di equipaggio, plancia di comando e strumentazione di navigazione e di ricerca. Nessun armamento è previsto né presente a bordo, salvo un kit di segnalazione d’emergenza, con razzi e fumogeni. Al di sotto della superficie, unita alla sovrastruttura di coperta tramite due sottili superfici inclinate, è presente la coppia di chiglie gemelle. Di forma siluroide, ciascuna chiglia è dotata di un’elica e di stabilizzatori e, grazie alle caratteristiche di questa struttura, permette di mantenere una grande stabilità di navigazione anche in acque molto mosse, viaggiando fino a 12 – 14 nodi. Non sono presenti timoni di sorta, se non un sistema di stabilizzazione idraulico, utile sia per l’assetto che per la manovra.
In termini di propulsione, le oltre 536 tonnellate della Sea Shadow erano spinte da una coppia di motori elettrici Kato da 750 KW, alloggiati uno per chiglia sommersa. Una soluzione adottata per limitare al massimo le vibrazioni immerse, limitando così anche la tracciatura sottomarina. Ad alimentare i due motori elettrici erano poi presenti due generatori Detroit Diesel 12V 149 TI, questa volta installati e ben isolati al ponte principale. In una nota rilasciata dalla Lockheed stessa, viene raccontato un aneddoto relativo le prime prove in mare, dove, a causa delle elevate turbolenze e scie lasciate in poppa, il team si rese conto di aver installato le eliche al contrario.
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