Professore di Diritto Commerciale e Marittimo alla Facoltà di Giurisprudenza alla Dalian Maritime University in Cina, già direttore dell’Istituto di Diritto Marittimo all’Università di Southampton, oltre che avvocato e consulente a Londra – è appena stata pubblicata la II edizione del suo volume “The law of yachts and yachting” – Filippo Lorenzon, nel dare un consiglio ai diportisti, non ha dubbi.
In mare, la cosa più importante è la sicurezza. E non solo per un fatto personale: spesso chi va in barca non ha la percezione, dal punto di vista giuridico, di quello che potrebbe capitare in caso di sinistro. Il diportista deve avere ben a mente le regole del mare e del Codice della Navigazione, in modo da evitare spiacevoli grattacapi. La cultura della sicurezza dovrebbe essere radicata nel diportista che, anche in barca, “ragiona” da automobilista, anziché da lupo di mare. Purtroppo però, lo stesso tipo di incidente che può capitare in strada, quando capita in mare può avere conseguenze molto più gravi anche sotto il profilo penale.
A maggior ragione quando si è fuori dalle acque italiane?
Certo. Ogni Paese ha le sue leggi e il suo modo di applicarle e quando si trova in acque straniere il diportista è tenuto a conoscerle e osservarle. L’ignoranza non è una scusante. Quando si fa rotta fuori Italia, anche per andare poco lontano, magari sull’altra sponda dell’Adriatico, bisogna sempre tenere a mente che le leggi che valgono sono quelle del Paese nel quale ci si trova. Avere con se la propria patente in originale e valida ed avere sottoscritto una polizza assicurativa adeguata è indispensabile. Prima di salpare, bisogna verificare la copertura territoriale della polizza e capire se questa è adeguata al tipo di utilizzo che intende fare dell’imbarcazione.
Divertirsi insomma, ma con giudizio?
Per divertirsi bisogna navigare in totale sicurezza. Anche in Italia, dove è entrato in vigore un nuovo Codice della Nautica da Diporto e che bisogna conoscere anche se si hanno la patente o la barca da molti anni. E lo dico perché, oltre che avvocato, ho un passato in Capitaneria di Porto e so bene a quali problemi può andare incontro un diportista che prenda sotto gamba l’elemento sicurezza.