Skipper professionista: perché gli esami sono (ancora) bloccati e cosa occorre

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Toy 36 - Foto d'archivio
Toy 36 – Foto d’archivio

Nel 2025 vorremmo vedere una nautica che sia sempre di più per tutti, accessibile e semplice. Dopo alcuni significativi passi avanti fatti nel 2024, ci sono ancora tanti temi da affrontare e che ci piacerebbe, come rivista, vedere risolti perché permetterebbero di avvicinare più persone a questo mondo meraviglioso. Abbiamo deciso, insieme con il Giornale della Vela, di tenere alta l’attenzione su alcuni dei temi più caldi per il diporto nel 2025, proponendo anche le soluzioni per risolverli. Abbiamo iniziato con la rottamazione delle barche sul modello francese. Oggi vediamo un altro argomento piuttosto controverso: la misteriosa sorte dell’Ufficiale di Navigazione del diporto di 2° classe,  figura stata introdotta con una legge del 2023 e già normata da diverse circolari applicative, che ancora non riesce a partire.

Skipper in regola: vorrei, ma non posso

L’Ufficiale di Navigazione del diporto di 2° classe, in soldoni, sarebbe lo skipper professionista e in regola. A bloccare gli esami che consentirebbero di acquisire questo titolo, finalmente svincolato dal settore mercantile, è un ostacolo apparentemente formale. Di cosa si tratta? Del divieto di iscrizione al corso di “primo soccorso sanitario (First Aid)”. Questo addestramento è, infatti, riservato solamente ai marittimi della “Gente di Mare”.

La soluzione, ovviamente, sarebbe molto semplice: un atto amministrativo del ministero della Salute che permetta a questi nuovi futuri ufficiali (che non marittimi) di accedere a questi corsi. Del resto già quello di Infrastrutture e Trasporti si è adoperato con gli altri corsi per permettere agli aspiranti skipper di farli.

Tutto questo, però, non avviene. Una situazione abbastanza paradossale perché il problema è stato messo in evidenza da figure di governo e, soprattutto, Confindustria Nautica. Come rivista di settore, con il Giornale della Vela da mesi siamo impegnati in una campagna stampa in questo senso.

La nostra proposta:

Una doverosa riflessione va fatta, prima di concludere, sul fatto che è davvero incomprensibile come sia stata sottovalutata, in fase di elaborazione della norma, l’accessibilità ai corsi. Creare uno strumento utile e sensato, ma non poterlo utilizzare per un ostacolo di questo genere richiede una risposta veloce. La giusta “spinta” può (e deve) arrivare dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Che si attivi.

 

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