CMC Marine è un’azienda italiana nata quasi vent’anni fa a Como, fondata da Alessandro Cappiello, e nel 2006 consegnava il primo impianto stabilizzatore a pinne per la nautica. Nel corso degli anni si è fatta conoscere grazie ai suoi sistemi non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Oggi la sede dell’azienda si è spostata in Toscana, a Cascina (Pisa) e circa un terzo dei sistemi di stabilizzazione a pinna che trovate sulle barche di tutti i mari è a marchio CMC Marine.
Nonostante la fetta di mercato conquistata nel tempo e il fatturato più che duplicato negli ultimi tre anni, gli investimenti dell’azienda non si sono fermati, anzi. CMC ha annunciato alla fine dello scorso anno un piano triennale che prevede investimenti per 10 milioni di euro. Innanzitutto dal punto di vista della produzione, con un nuovo sito produttivo nella zona di Salerno; un’area di 10.000 metri quadri con tre capannoni da 800 metri quadri, che permetterà di internalizzare una parte della produzione. Una questione cruciale per diverse aziende che negli ultimi anni, complici la pandemia da Covid-19 e diversi cambiamenti sullo scenario internazionale, hanno dovuto fronteggiare fasi di difficoltà dovute alla dipendenza dai fornitori. Gli investimenti però riguardano anche l’area di Ricerca e Sviluppo, con l’ufficio di Milano (guidato da Pietro Cappiello, figlio di Alessandro) e le partnership con diverse Università, tra cui quella di Napoli e quella di Pisa. Non ultimo c’è il rafforzamento delle sedi all’estero, a Fort Lauderdale negli Stati Uniti e a Poole, in Inghilterra.
La grande rivoluzione di CMC Marine è stata l’adozione dell’attuatore elettrico al posto di quello oleodinamico. Inerzia, consumi, velocità e rumore erano dei limiti ormai troppo importanti per gli attuatori oleodinamici, e parallelamente si stava iniziando a sviluppare il mercato dell’automazione. La chiave è stata il riduttore epicicloidale, che ha consentito all’impianto di raggiungere velocità di movimentazione in precedenza impensabili (anche di 70°-80° al secondo) e ha permesso lo sviluppo della pinna stabilizzatrice ad attuazione elettrica.
Nel 2008 CMC Marine presenta Stabilis Electra, la prima pinna con attuazione elettrica, al Salone di Genova, e nel 2009 avviene la prima consegna al Cantiere Sanlorenzo. Un’altra tappa fondamentale è il 2011, quando Stabilis Electra vince il Dame Award, prestigioso riconoscimento assegnato durante la più grande manifestazione al mondo dedicata all’accessoristica nautica, il Mets di Amsterdam.
Dopo qualche anno dalla fondazione, inizialmente con la commercializzazione di impianti oleodinamici, CMC Marine ha deciso coraggiosamente di lanciarsi per prima sulle pinne ad attuazione elettrica. Grazie alla comprensione di armatori e cantieri, le pinne ad attuazione elettrica di CMC hanno subito iniziato a diffondersi, e oggi vediamo questi impianti a bordo di moltissime imbarcazioni, con oltre 2.500 installazioni completate.
Il prodotto di CMC Marine è in continua evoluzione. Da un lato infatti le carene, gli scafi e le dimensioni delle imbarcazioni sono sempre diverse, dall’altro cambiano i prodotti e le tecnologie dei fornitori (tra i quali c’è Mitsubishi) di CMC. La sfida continua è quindi quella di progettare la pinna più efficiente, lavorando sulla ricerca di nuovi profili, sull’integrazione di meccanismi e impianti diversi e sul miglioramento del software. Ad esempio, con il nuovo software Argo, le pinne CMC Marine possono comunicare con le timonerie e con le eliche di prua (sia a marchio CMC sia di altri marchi) per lavorare in sinergia e raggiungere la massima efficienza. Grazie all’integrazione è anche possibile impostare una modalità “risparmio energetico” che consente di ottimizzare il consumo richiesto dai diversi apparecchi del sistema, per limitare l’assorbimento in alcune condizioni dove ce ne sia la necessità.
Giroscopio e pinne: si può?
I due sistemi di stabilizzazione non vanno in conflitto, perché il sistema passivo (giroscopio) e quello attivo (le pinne) possono lavorare in sinergia sia all’ancora che in navigazione. Abbinando i due sistemi posso migliorare, in alcune situazioni ad esempio di mare incrociato e di “traffico” in rada, le prestazioni di stabilizzazione.
Si tratta comunque di una riduzione dei movimenti della barca (misurata da CMC) del 10% in più rispetto al solo sistema delle pinne, una quota quasi impercettibile a bordo. In più c’è da sottolineare che l’installazione di un giroscopio può essere invasiva e comporta in ogni caso un aumento considerevole del peso della barca. CMC Marine ha avviato recentemente una partnership con l’azienda italiana Gyro Marine per la commercializzazione di sistemi di stabilizzazione giroscopici e per lo studio della loro integrazione con i sistemi a pinna.
La gamma di pinne stabilizzatrici CMC Marine
Fanno parte della gamma Stabilis Electra i modelli HS (High Speed) e LR (Long Range). Il primo è il segmento dedicato alle imbarcazioni plananti, con velocità superiori ai 24 nodi, mentre il secondo è pensato per le barche dislocanti o semi-dislocanti. C’è poi la linea Waveless, pensata per barche di lunghezza media, a partire dai 12 ai 35 metri di lunghezza, e presto arriverà l’impianto Stabilis 5.0 che grazie al nuovo algoritmo migliorerà ulteriormente le prestazioni del sistema di stabilizzazione.
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1 commento su “Così queste pinne stabilizzatrici italiane hanno conquistato le barche di tutto il mondo”
Buona sera se ho ben capito potrebbero sostituire il giroscopio ?
Ho un faeton moraga fly 11,80 potrebbero migliorare la stabilità da fermo quando siamo in pesca , l’alimentazione può essere a batterie o generatore. LA stabilità è immediata o come il giroscopio ?