Sunseeker Predator 63. Lo yacht veloce anni ’90 che ha fatto storia

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento a Barche a Motore cartaceo + digitale e a soli 39 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Sunseeker Predator 63
Sunseeker Predator 63

Talvolta capita che, un qualsiasi evento del presente, offra in realtà la miglior lente per guardarsi indietro e notare alcune gemme del nostro passato. Un ottimo esempio ce lo ha appena fornito Sunseeker, con l’annuncio del suo nuovo Predator 55 (ve lo raccontiamo QUI), una celebrazione dell’omonima gamma, introdotta 30 anni or sono con il mitico Sunseeker Predator 63, ormai capostipite di una linea più che longeva. Oggi, quindi, guarderemo proprio al 1994, anno di nascita della gamma e di quel primo Predator, un 17.56 metri destinato a diventare uno dei più importanti performance-yacht della sua epoca, una pietra miliare del brand britannico e, oggi, indubbiamente una signora Classic Boat.

Sunseeker Predator 63

Con la fine degli anni ‘80 Sunseeker era ormai diventato un marchio ben impostato e altrettanto rinomato, ma furono gli anni ‘90 a dare una vera svolta, con il cantiere capace di prendere una netta direzione verso la progettazione e produzione di scafi capaci di sposare performance, comfort e stile. Uno degli elementi cardine, seppur apparentemente più relegato alla sembianza del dettaglio, fu indubbiamente il look: il brand seppe trarre ispirazione da mondi esterni la nautica, inserendo ingerenze automotive nel proprio DNA. Le più morbide linee del panorama automobilistico anni ’90 entrano così in cantiere, vedendole subito comparire su due dei più chiacchierati modelli del brand, il Renegade 60 e il Predator 63. Quest’ultimo, nostro focus, capace così di unire al meglio prestazioni, manovrabilità, “lifestyle” e look. Un primo step che porterà a ben 30 anni di scafi marchiati Predator.


Sunseeker Predator 63
Sunseeker Predator 63

Sunseeker Predator 63 – Esterni

Al tempo del suo varo il Sunseeker Predator 63 fu, non solo, uno dei più grandi luxury performance yachts del panorama, ma anche uno scafo innovativo su diversi aspetti. Le linee sportive, slanciate e curvilinee, ispirate all’automotive, ne fecero subito un’emblema della “nuova strada” intrapresa in termini di design, accoppiandosi ad una carena a V profonda capace non solo di ottime performance (30+ kn), ma anche di creare un’estetica più che desiderabile, equilibratissima grazie all’attenzione posta nel design delle sovrastrutture. Qui, tra i primi elementi innovativi, il tetto apribile, una novità anni ‘90, in questo caso già azionabile elettricamente dalla timoneria.

Il grande prendisole poppiero ed il tettuccio apribile

Guardando alla vita di bordo, il layout del 63’ privilegiava, innanzitutto, gli spazi poppieri, introdotti da una plancetta sull’acqua da cui, attraverso brevi scalinate laterali, si accedeva subito, da una parte, al pozzetto e, dall’altra, al grande prendisole che ne impegnava la maggior parte della superficie, affacciandosi sul mare. Qui, altra chicca, era già nascosto un tender-garage, capace di ospitare un rib o un tender lungo fino a 4 metri.

Sunseeker Predator 63
Sunseeker Predator 63

Appena oltre, protetto da un hard-top e areato grazie alla sezione apribile del tetto, il pozzetto era avvolto da vetrate e arredato da un grande divano a U con tavolo centrale sollevabile. Dietro il parabrezza, invece, la timoneria offriva posti per due, con una terza seduta ergonomica posizionata sulle mura opposte. Tra le due, l’accesso al sottocoperta. A prua, invece, niente prendisole integrato, ma un flush deck sgombro e slanciato offriva tutto lo spazio necessario a qualsiasi attività.

Il pozzetto del Predator 63

Sunseeker Predator 63 – Interni

Così come in accadeva in coperta, altrettanta attenzione al comfort e alla cura del dettaglio prendeva piede al ponte inferiore, dove 3 cabine doppie potevano ospitare fino a 6 ospiti. Qui, gli arredi, erano al top di gamma, compresi di finiture in ciliegio e in materiali pregiati. Sempre sottocoperta, un salone a tutto baglio ospitava non solo un’area conviviale, ma anche la cucina di bordo, completa di ogni accessorio necessario alla vita in crociera. Complessivamente, furono parte del successo della gamma anche i più piccoli dettagli, con interni estremamente ben rifiniti, dalle laccature fin alle cuciture presenti nella tappezzeria.

Il Salone di Predator 63 di fine anni ’90

Sunseeker Predator 63 – Prestazioni e Motorizzazione

Sviluppato su uno scafo a V profonda, il Predator 63 aveva, tra i suoi vanti, una buona dose di velocità e maneggevolezza. Una coppia di motori MAN da 1100 cavalli l’uno forniva, infatti, potenza a sufficienza per raggiungere facilmente i 30 nodi, con casi di velocità massima registrata anche sul limite dei 30 abbondanti. A servire i 2200 cavalli complessivi, oltre 3000 litri di serbatoio garantivano autonomia a sufficienza per weekend fuoriporta e piccole crociere.

Sunseeker Predator 63 – Scheda tecnica

Anno di introduzione 1994
Lunghezza Fuori Tutto (LOA) 17.56 m
Baglio Massimo 4.8 m
Tipologia di Carena V profonda
Motorizzazione Massima originale 2x MAN 1.100 cv
Velocità Massima 30+ kn
Capacità Serbatoio Carburante 3000 lt.
Cabine 3
Posti letto 6
Cantiere Sunseeker

  • Potrebbe interessarti anche:

Rose Island Lobster 38, la Classic Boat da lavoro “elegante” che conquistò il Mediterraneo (11.8 m)

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Entra nel Club del Giornale della Vela

Le barche a motore, le sue storie, dal piccolo open ai motoryacht. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevere ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”.

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche