La rivista Top Yacht Design ha raccontato 15 mega-tender (o day cruiser) significativi del momento tracciando l’evoluzione di questo tipo di barche. Scopriamo in 3 puntate diverse il mondo dei mega-tender e come funziona.
Alcuni li chiamano tender. Altri preferiscono definirle chase boat. Poi ci sono quelli che le hanno battezzate day cruiser. Di sicuro, oggi c’è una nuova famiglia d’imbarcazioni nata per soddisfare le esigenze degli armatori dei grandi yacht.
In realtà i battelli di servizio non sono una novità. Basti vedere alcuni casi eccellenti del passato come il Riva Junior che nel 1967 faceva parte delle dotazioni di Odysseia (oggi Kalizma), il 50 metri acquistato da Richard Burton come regalo per Elizabeth Taylor; oppure la coppia di motoscafi in mogano di Hacker-Craft che in epoca più recente sono «saliti»a bordo di Christina O. Oppure i due tender di 10 metri che negli Anni 30 erano imbarcati sull’80 metri Reveler (oggi Thalita G) di proprietà della famiglia Getty. Si tratta di casi isolati, ma rappresentano il seme da cui nasce la tendenza che oggi sta vivendo il momento più florido. Ad alimentare questo fenomeno la necessità di avere un mezzo il cui utilizzo vada oltre la logica di trasportare l’armatore e i suoi ospiti dallo yacht a terra e viceversa. Il limite invalicabile restano le dimensioni. Un problema che non si pone sugli scafi sopra i 100 metri. In questo caso tra le dotazioni spiccano tender come il Torpedo di J Craft, un runabout di 12 metri; fino ad arrivare a casi come un Sunseeker di 21 metri imbarcato sul 113 metri Le Grand Bleu oppure un Princess 68 a disposizione del 116 metri Ulysses.
ECCO 5 MEGA TENDER DA SUPERYACHT
Cranchi E 26 Classic
Disegnato da Christian Grande, questo 7,81 metri è una rilettura del motoscafo classico di cui riprende alcuni stilemi.
Bluegame 42
Disegnato da Zuccon ha ampi spazi esterni e interni confortevoli che lo rendono day cruiser o megatender in base alle necessità.
Fjord 44 Open
Day cruiser o megatender? Di sicuro, con i suoi 40 nodi di punta questo 13,45 metri offre divertimento e versatilità.
Vanquish VQ 48
Realizzato insieme a Guido de Groot, Studio Delta e Wester è uno scafo di 14,60m, perfetto per daycruise con molte persone.
Tecnomar Evo 55
Il Tecnomar Evo 55 nasce come day cruiser o, al massimo, come weekender. Si tratta infatti di una barca progettato da Gianmarco Campanino che, se motorizzata con propulsori VOLVO IPS 1200 può raggiungere la velocità massima di 40 nodi. Una velocità che, unita al comfort di bordo, alle linee accattivanti, agli ampi spazi esterni e alla possibilità di avere tre diversi allestimenti per gli interni lo rende perfetto anche come barca appoggio per il più lussuoso dei megayacht. Dispone infatti di una o due cabine interne, entrambe con bagno ed è in grado di ospitare molte persone nel massimo comfort. Il cantiere massese torna quindi a offrire al mercato uno sport yacht di 55 piedi dopo anni dedicati ad affermare la sua supremazia nel settore degli 80 piedi. E lo fa con uno scafo di chiara derivazione automotive che colpisce più per la sua avvenenza che per le sue performance che, invece, da sole meriterebbero un interesse superiore. Ma il design è design e oggi il momento è maturo per questi nuovi runabaut che vanno ad inserirsi nella nuova nicchia di mercato che si è aperta con l’avvento delle barche appoggio per megayacht e di cui l’Evo 55 è sicuramente un player d’eccezione.
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Sotto i 100 metri?
Ben altro discorso invece se si prende in considerazione la fascia tra i 40 e gli 80 metri. È qui che si gioca la vera partita. Gli aspetti da tenere in considerazione sono molti. A iniziare da quelli progettuali che assecondano i cambiamenti in atto nelle forme di utilizzo di alcune aree dello yacht. Partendo proprio dalla poppa in origine una zona destinata a ospitare i tender e oggi sempre di più un ambiente di cruciale importanza per la vita di bordo perché permette di vivere il mare da vicino. Tutto ciò ha portato a ripensare l’alloggiamento dei tender che sono collocati prevalentemente a prua, oppure a murata. Un limite cui se ne aggiunge un altro: le dimensioni sia in termini di lunghezza sia di altezza che questi mezzi devono necessariamente avere. Da qui ecco che le strade obbligate passano per soluzioni totalmente custom (tra le quali rientrano le cosiddette limousine) a ideare garage allagabili. In entrambi i casi si tratta di tender le cui lunghezze non superano i 10 metri.
Ma gli armatori, oggi, tendono a dotarsi d’imbarcazioni di dimensioni maggiori e in molti casi anche cabinati utili per fare mini crociere senza spostare lo yacht più grande. I megatender rappresentano un filone che sta attraversando un grande fermento creativo.
Tutto iniziò quasi per caso alla fine degli anni 80 quando l’Avvocato Agnelli acquistò, alla fine del mondiale dei 12 Metri Stazza Internazionale disputato a Porto Cervo nel 1987, la chase boat del team australiano di Kookaburra III. Una decisione nata dall’esigenza di dotarsi di un mezzo di servizio più grande, come ricorda Luca Bassani nel contributo, per trasportare ospiti e amici. Il resto è storia. A scriverla fu lo stesso Bassani che con il Wallytender, alcuni anni dopo, ebbe un successo straordinario proprio perché intercettò un’esigenza avvertita da un numero crescente di armatori sia di barche a vela sia a motore.
Continua…
L’articolo completo sul numero 16 (cartaceo) di Top Yacht Design