Ti spiego la barca. Anatomia di una carena (spiegata facile)

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento a Barche a Motore cartaceo + digitale e a soli 39 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Identikit di una barca: la carena
Identikit di una barca: la carena | Illustrazioni di Erika Baffìco – Fulcro Design

Quando scriviamo i nostri test, parliamo di opera viva, opera morta, pattini e deadrise. Tutti questi nomi, per i più esperti sono chiari, ma non tutti hanno familiarità con il gergo tecnico. Eppure questi termini sono fondamentali per capire una carena e le sue caratteristiche. Per questo abbiamo deciso di tracciare l’identikit di una barca con la carena e le sue parti.

Abbiamo anche deciso di illustrarla così che sia più facile per tutti capire di cosa stiamo parlando.

Non vi basta? Abbiamo anche i video. Qui sotto trovi la playlist completa.

Com’è fatta una carena

Il primo elemento che descrive una carena è il suo diedro, in inglese deadrise, cioè l’inclinazione della parte inferiore dello scafo, misurato dalla chiglia verso i lati, su una sezione trasversale della barca.

In pratica l’angolo formato dalla carena di una barca rispetto alla linea orizzontale dell’acqua.

Più questo numero è alto, più la carena è “affilata”. Attenzione però che tutte le barche da diporto hanno la cosiddetta V variabile, più profonda a prua (prima di tutto per consentire di attraversare meglio acqua e onde) e più aperta a poppa (principalmente per facilitare l’entrata in planata e per dare più stabilità a barca ferma). Questo significa che quando parliamo di angolo di carena serve sempre specificare se si riferisce alle sezioni di poppa (le più significative, almeno sulle normali barche da crociera) o di prua.

Illustrazioni di Erika Baffìco - Fulcro Design
Illustrazioni di Erika Baffìco – Fulcro Design

Gli angoli di poppa perfetti

È ovviamente impossibile dirlo, dipende dalla velocità e dall’uso della barca. Dovendo indicare dei numeri di riferimento si può dire che stando sui 22°/24° la barca avrà un buon passaggio sull’onda, soprattutto ad alte velocità, ma avrà anche meno stabilità in rada e maggiori consumi a pari velocità. All’opposto, con una carena con angolo a poppa di circa 18°/20° (la maggior parte di quelle in commercio) si avrà un comportamento più “all round”, non focalizzato sulle prestazioni estreme ma sul comfort.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Entra nel Club del Giornale della Vela

Le barche a motore, le sue storie, dal piccolo open ai motoryacht. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevere ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”.

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Breva 800

Breva Marine: i gommoni italiani sbarcano in Costa Azzurra

Breva Marine annuncia l’arrivo ufficiale in Costa Azzurra, per dare ai clienti di questa prestigiosa località un pacchetto completo e un’esperienza d’uso a 360°. La partnership integra concessionaria, centro prove e noleggio nel porto di Hyères, coinvolgendo due autorevoli punti

2018: Croazia, in Adriatico per sognare

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel

Lunghezza massima di un natante

I natanti di 12 metri esistono: ecco com’è possibile

Ultimamente abbiamo parlato spesso di carene (qui trovi tutti i nostri video). Oggi non andiamo su termini tecnici o altre peculiarità, ma su un concetto semplice, ma che spesso non è chiaro. Facciamo chiarezza con un illustrazione “pratica” della differenza