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Se cercate la barca all’ultimo grido, il Toy 51 Fly non fa per voi. Ma se siete interessati all’essenza dello yachting, quello vero, allora leggete e guardate qui. Non ve ne pentirete.
Mi telefona Aldo Tomasina e mi fa: ”Adesso che ci si può muovere (post lockdown pandemico), perché non vieni a vedere il Toy 51 Fly in cantiere a Savona e ci facciamo un giro? I Toy ti sono sempre piaciuti, ma questo è veramente speciale”. Non gli dico di no. Anzi, ne approfitto per rivedere il mare dopo mesi. Arrivo in cantiere, in Liguria, è una bella mattina di sole. Aldo mi aspetta sotto la barca issata sul travel lift, prima di essere varata. Tempo di un caffè e la barca è in acqua, pronta per il debutto in mare.
Savona, Italy Toy Marine 51 Fly Ph: Guido Cantini
Toy 51 Fly: bella, senza tempo
Prima mi sono rivisto la carena del Toy. Mi sono sempre piaciute le barche che, anche da sotto, danno l’impressione di marinità e tenuta di mare. Sarò vecchio stile, ma quella V pronunciata a prua, quello scalino e quei pattini, mi danno sicurezza. Perché le regole per disegnare una buona carena, in fondo, sono sempre le stesse. Al contrario, quando si parla di propulsione e di manovrabilità in porto, le cose cambiano e l’innovazione è benvenuta. Così mi soffermo ad ammirare quella genialata degli IPS di Volvo (IPS 800, supportano due Volvo da 600 hp) che hanno rivoluzionato il modo di andare in barca, rendendo tutto più facile e intuitivo grazie anche ai joystick, sostituti del volante in manovra.
La barca adesso è in acqua. Me la ammiro, vista laterale. Ha ragione Aldo (fondatore del cantiere con Alessandro Novella, nel 2002), questi Toy mi sono sempre piaciuti. Quando vidi il primo Toy 36 nel 2003 sul tavolo da disegno (sì, allora c’era ancora) dello studio Nauta Yachts a Milano, era nato un colpo di fulmine. Mario Pedol, titolare dello studio con Massimo Gino, mi spiegava i dettagli. Ma io non lo stavo a sentire. Ero affascinato da quella linea armoniosa, che richiamava tutti gli stilemi dello yachting classico: dicono che derivi dalle barche americane degli Anni ‘30. Ma, per me, sono i canoni immutabili che definiscono una bella barca, che piace sempre e non diventa mai vecchia. Come le Porsche 911, auto che si rinnova senza che sembra cambi nulla.
E poi mi piace che quelli di Toy non si siano lasciati corrompere dalla moda delle finestrature (sigillate) in fiancata. Salgo a bordo, sono in pozzetto. Quanto mi piacciono i grandi spazi liberi, il classico divano appoggiato allo specchio di poppa che fa la gioia di chi si gode la navigazione. Mi sdraio su uno dei due prendisole, goduria pura! Aldo mi fa segno di seguirlo, è sul fly. Dopotutto, la grande novità del Toy 51 è proprio questa. Sobrio e utile. Per fortuna non si sono lasciati ingannare dalla ricerca dello spazio a tutti i costi, aggiungendo il fly. Regola numero uno di un buon fly: il posto di guida deve dare visibilità totale a tutta la barca e sul mare circostante. Risultato ottenuto, come la scaletta di accesso che deve essere adatta a una rapida discesa, in caso di necessità durante la manovra d’ormeggio.
Toy Marine 51: esperienza da vendere
Così è. Toy Marine, dopotutto, ha dalla sua 50 barche prodotte, anni e anni di esperienza. E la mette in tutte le barche che fa nascere. Ho una gran voglia di vedere gli interni dove, mi dice Aldo, ci sono due cabine ospiti-armatore, ma anche quella per il marinaio. Bene, l’armatoriale a prua ha il suo perché, c’è tutto quello che serve per stare comodi e isolati.
Toy 51 Fly
Il marinaio non si potrà certo lamentare del suo spazio, con l’ingresso indipendente dal pozzetto. Risalgo in coperta. Aldo mi offre una spremuta mentre mi sdraio sul divano e mi godo il salone all’aria aperta, riparato dal “tetto” del fly. Non mi faccio mancare neppure uno sguardo al posto di guida principale, dove si miscela la strumentazione analogica, perfetta su di una barca così, con il maxi plotter e il pannello dei comandi generali di bordo, manovrabili con un semplice tocco di tasto. Lascio il posto di guida ad Aldo.
Toy 51 Fly
Usciamo e ci dirigiamo verso l’isolotto di Bergeggi. Mare piatto, spingiamo sulle manette sino a superare i 30 nodi promessi dalle specifiche tecniche. Non vi so dire cosa succederebbe se ci fosse un po’ di mare (ma vi ho parlato della carena), ma il Toy 51 Fly viaggia in planata, stabile come un treno. La scia di poppa è pulita, gli IPS fanno il loro dovere. Rientriamo in porto e ci infiliamo senza fatica nel bacino del travel lift. La barca torna a terra per dare l’antivegetativa. Poi il nuovo armatore se la porterà via.
Il Toy 51 nella nuova versione con il fly durante i test di navigazione. È dotato di IPS 800 Volvo con due motori D8 da 600 hp. Velocità massima di 30 nodi, crociera 26 nodi.
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