Il rombo del lago: la leggenda Tullio Abbate

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Un tributo alle aziende e alle persone che hanno fatto grande Barche a Motore in questi 35 anni permettendogli di nascere, crescere, diventare grande sino a questo storico anniversario. In questi articoli le grandi eccellenze della nautica si raccontano e svelano i loro progetti, dando un importante contributo alla conoscenza di questo mondo, che permette a tutti noi di andare per mare, in ogni forma e contesto.

Miss Villa d’Este (9,98 x 2,78 m), appena varata, incarna il DNA odierno della linea “Classic” firmata Tullio Abbate. Evoluzione di Villa d’Este Special, ispirata alle linee classiche, unisce eleganza senza tempo e soluzioni tecniche moderne. Arriva a 60 nodi di velocità.

La storia di un cantiere che ha plasmato la motonautica italiana

Immaginate il Lago di Como, uno specchio d’acqua dove il silenzio da cartolina viene rotto da un rombo di tuono. Non è un temporale, ma il suono della velocità, il battito cardiaco della motonautica italiana che qui, tra la punta Balbianello e gli incanti di Bellagio, ha le sue radici più profonde. Questo rombo è la firma del Cantiere Tullio Abbate, un nome che ha trasformato la passione per la velocità in un’arte. Fondato da Tullio Abbate, nato nel 1944, il cantiere è il cuore pulsante di quasi un secolo di storia nautica italiana, profondamente legato a questo luogo dove la velocità è nel DNA dell’acqua.

 

Tullio Abbate Jr. e Sr., nel 1990.

Un affare di famiglia

Prima che il Cantiere Tullio Abbate diventasse un nome leggendario, c’era Guido Abbate, il padre di Tullio, un maestro d’ascia e pioniere della motonautica italiana. Guido creava barche in legno, vere opere d’arte, e fu il primo al mondo a montare motori automobilistici, come quelli di Lamborghini e Ferrari, per usi marini. Già nel 1952, l’imbarcazione tre punti “Laura1”motorizzata Alfa Romeo stabilì un record mondiale di velocità a 226,190 km/h. Tullio crebbe in questo ambiente, imparando l’arte della costruzione e assorbendo la passione che avrebbe poi rivoluzionato il settore.

 

Nel 1952, l’imbarcazione tre punti “Laura1” costruita da Guido Abbate (padre di Tullio Sr.), motorizzata Alfa Romeo, stabilì un record mondiale di velocità a 226,190 km/h.

La rivoluzione della vetroresina

Durante gli anni ‘60, Tullio già gareggiava con imbarcazioni in compensato marino da lui stesso realizzate. Nel 1962, con lo scafo interamente in compensato “Il Cinque”, vinse la Centomiglia del Lario grazie al peso ridotto: soli 300 kg contro gli oltre 15 quintali dei concorrenti, tanto da essere soprannominato dal padre “la cassetta di garofani”. Ma la vera svolta arrivò però con la scoperta della vetroresina, che Tullio intuì subito come materiale del futuro. Questa visione innovativa lo portò nel 1969 a rompere con il padre e a fondare ufficialmente il Cantiere Tullio Abbate. Nonostante le difficoltà iniziali, il cantiere costruì il primo T15, che ottenne subito vittorie in gara e un prestigioso record mondiale. Da lì nacquero modelli iconici come il Golden, vincitore della Centomiglia; il Sea Star e il Sea Star Super, protagonisti nello sci nautico e nelle competizioni offshore; e il Sea Cobb, il primo “fast commuter” italiano. Questi successi consolidarono rapidamente la reputazione del cantiere a livello nazionale e internazionale.

 

Con l’Elite 27R il cantiere ha partecipato all’ultima Pavia-Venezia.

L’epoca d’oro e i tanti successi

Il Cantiere Tullio Abbate divenne un laboratorio di innovazione, trasformando le sfide agonistiche in motori di progresso tecnologico. Fu tra i primi a usare la carena a “V” tipo Hunt, vincendo il Campionato Europeo nel 1964. Nel 1973, rivoluzionò il settore con la trasmissione con elica di superficie e la “coda”, un sistema oggi standard negli scafi offshore. La ricerca di leggerezza e solidità portò all’uso pionieristico di materiali compositi come kevlar e carbonio, guidata dal mantra “il peso è nemico della velocità”.

Queste innovazioni diedero vita a modelli iconici come:

  • l’Offshore 36’ (1976), capace di superare i 100 km/h,
  • il Sea Miracle 42’ (1977), la prima cabinata del cantiere
  • nel reparto racing, il 28’ My Cude (1975), campione europeo offshore con elica di superficie, firmata Tullio Abbate.

Le imbarcazioni del cantiere permisero a Tullio di collezionare centinaia di vittorie, inclusi 13 trionfi nella Centomiglia del Lario e il record mondiale di velocità su scafi diesel (182,280 km/h) tra il 1977 e il 1979, finendo nel Guinness dei Primati. Il cantiere divenne un punto di riferimento per celebrità e piloti di Formula 1, molti dei quali clienti e amici, tra cui Michael Schumacher, Ayrton Senna, Niki Lauda, Diego Maradona e la Principessa Caroline di Monaco. Progetti emblematici includono l’Offshore Boxer (1985) con motori Ferrari V12 e il Senna 42’ (1995), realizzato in collaborazione con Ayrton Senna. Le collaborazioni con designer come Giorgetto Giugiaro elevarono il profilo del cantiere, portando all’Exception ‘70 (1988), un motoryacht di 21 metri, e all’ambizioso Exception 90’ (Malambo 2), una nave da diporto di 30 metri capace di raggiungere 50 nodi.

 

Nel 1990 il cantiere partecipò alla prestigiosa gara di motonautica Venezia-Montecarlo, con lo scafo Superiority 50’, realizzato per il Gruppo Cagiva. Il Superiority 50’, lungo quasi 15 metri, con una carena a V profonda e due motori Baudouin da 1100 cavalli abbinati a una trasmissione IDS Tullio Abbate, conquistò il primo posto nella categoria prototipi bimotore.

Il racing come banco di prova

Nel 1990 il cantiere partecipò alla prestigiosa Venezia-Montecarlo. Con lo scafo Superiority 50’, realizzato per il Gruppo Cagiva, il cantiere riconfermò la sua filosofia: la competizione come banco di prova per l’innovazione tecnica e il lancio di nuovi modelli di produzione. Il Superiority 50’, lungo quasi 15 metri, con una carena a V profonda e due motori Baudouin da 1100 cavalli abbinati a una trasmissione IDS Tullio Abbate, conquistò il primo posto nella categoria prototipi bimotore. Questo successo portò il modello in produzione l’anno seguente. Questa strategia è ancora oggi il cuore del cantiere: l’impegno nelle competizioni continua a guidare la ricerca e lo sviluppo. Ad esempio, alla scorsa edizione della Pavia-Venezia, il cantiere ha partecipato con cinque imbarcazioni, tra cui l’Elite 27R, continuando a spingere i limiti e a presentare nuove creazioni, (proprio come nel 1990).

 

Il nuovo Armonia 28 (8,6 m), unisce modellazione 3D a sapienza propria di un cantiere artigianale.

L’anima del cantiere

Ogni imbarcazione Tullio Abbate è considerata un pezzo unico, frutto di un lavoro capillare nella progettazione e realizzazione del cantiere, destinato a navigare per decenni. Fin dagli inizi, la ricerca della leggerezza è stata un pilastro fondamentale per il cantiere per massimizzare le prestazioni. La “cassetta dei garofani” da 300 kg che batteva barche da 15 quintali ne è la prova tangibile. Questa filosofia continua con l’uso ditessuti di vetro, kevlar e carbonio, e resine avanzate per la stratificazione dello scafo e delle componenti meccaniche. Il mantra “il peso è nemico della velocità” ha sempre guidato questa ricerca. Accanto alla leggerezza, la solidità e l’affidabilità sono valori irrinunciabili per il cantiere. Le barche sono costruite per tenere bene il mare, garantendo sicurezza in ogni condizione. La cura artigianale meticolosa è l’anima del cantiere Tullio Abbate.

La Tullio Abbate Engineering, nata agli inizi degli anni ‘80, è il cuore tecnico, dove figure altamente qualificate progettano in esclusiva carene, organi di trasmissione, gruppi poppieri ed eliche, spesso in collaborazione con luminari del campo come Phil Rolla. Il cantiere si definisce “artefice di un certo tipo di nautica oggi in via d’estinzione”, sottolineando la sua dedizione a un prodotto non industriale, ma unico e duraturo. Questo posizionamento, che resiste alla standardizzazione, trasforma la percezione di un limite in un vantaggio competitivo, appellandosi a una clientela che cerca l’esclusività e la qualità senza compromessi. Infine, la passione è l’elemento principale che ha attraversato tre generazioni, portando il cantiere a concepire imbarcazioni sicure, eleganti e potenti. È questa passione che alimenta la ricerca, la sperimentazione e la dedizione che rendono ogni Tullio Abbate un’opera d’arte galleggiante.

 

Tullio Abbate Senna Off-Shore 42.

Un rombo che non si spegne

Dal rombo dei primi motori sul Lago di Como, la storia del Cantiere Tullio Abbate è un’epopea di velocità, innovazione e passione che si tramanda di generazione in generazione. Fondato sulle basi di Guido, rivoluzionato da Tullio Sr., e oggi guidato da Tullio Jr., il cantiere continua a evolversi. Con un occhio al futuro sostenibile e un cuore che batte per le radici più nobili, il rombo dei motori Tullio Abbate non si spegnerà. Continuerà a essere la colonna sonora di sogni sull’acqua, un simbolo del Made in Italy che incanta il mondo intero.

 

www.tullioabbateyachts.com

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