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Nasce per stupire, ma soprattutto per essere totalmente funzionale, il Velar 70. L’ultima provocazione concettuale di Valerio Rivellini, è una crasi tra la barca a motore e lo yacht a vela. L’ingegnere napoletano che già ha stravolto il mercato degli hard top di ultima generazione con i suoi trasformisti Evo Yachts (come l’Evo R6) si propone stavolta con un 21 metri dislocante che è trasformista di per sé senza mutare forma troppo palesemente.
La tuga, la poppa, gli ingressi di prua e soprattutto la doppia ruota del timone sulle due murate la rendono molto velica come approccio visivo. Così come l’andatura in dislocamento, con una velocità di crociera prevista che rimane comunque sui 16 nodi, la sposa molto più alla flotta dei megasailor che agli open cui Rivellini ci ha abituato con gli Evo. Tuttavia rimane inequivocabilmente una barca a motore. Anche se in sala macchine sono alloggiati “solo” due Volvo Penta IPS 650.
Yacht ibrido e trasformista continua a esserlo perché la sua zona giorno, protetta da vetrate sui 360 gradi dell’orizzonte, può fondersi con l’ambiente circostante non solo visivamente, ma eliminando la separazione fisica del vetro che sparisce dentro la base della tuga stessa. Il risultato che si ha la dinette che diventa parte del pozzetto, soltanto protetta da un hard top.
Velar 70, due nature, una grande nuova barca
Il layout del ponte inferiore, dedicato alla notte prevede quattro cabine. La vip posizionata a prua, mentre a poppa è lo spazio riservato alla cabina armatoriale con un salotto privato con vista mare.
Grande lavoro di ricerca è stato svolto da Rivellini per nascondere tutti gli accessori necessari alla vita a bordo, ma non necessariamente belli da vedere, come la gruetta per il tender o la scaletta di discesa e salita.
Da imbarcazione pensata per una prolungata permanenza a bordo, il Velar 70 oltre alle postazioni di timoneria esterne ha anche a prua della tuga una seconda plancia di comando dotata di joystick, da cui manovrare con tempo cattivo o durante le manovre in cui è necessaria la maggiore precisione.
I materiali, sia per la parte strutturale sia per la parte architettonica, saranno molteplici. A questo proposito Rivellini ha commentato: «A seconda delle funzioni e delle caratteristiche richieste saranno usati i materiali opportuni: dalla vetroresina al carbonio, dall’acciaio all’alluminio, dalla pelle al vetro. Scopo fondamentale è quello di puntare alla leggerezza, alla miglior efficienza e al minor peso possibile. L’utilizzo di materiali riciclabili e la scelta di impiegare motori piccoli, con una riduzione del consumo, sono inoltre dettati dall’attenzione verso l’impatto ambientale».
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