Chiunque ami il mare ha accarezzato almeno una volta l’idea – con pro e contro annessi – di vivere sul mare. Sono diverse le soluzioni per stabilirsi su una casa acquatica, da quelle che si trovano in banchina e che non sono pensate per la navigazione ad una classica barca a motore, che però in molti casi è poco comoda in termini di vivibilità 365 giorni l’anno. In pochi però si sono immaginati di andare a vivere su un villaggio galleggiante in mezzo al mare.
Oggi, con i progressi della tecnologia e la voglia di dare una svolta ecosostenibile al mondo in cui viviamo ingegneri e designer si stanno adoperando per realizzare dei concept ad impatto zero. Uno di questi è particolarmente marino ed è Waya, dello studio italiano Lazzarini, e si tratta di una sorta di villaggio “offshore” con hotel, cinema, bar e tutto quanto esiste oggi per il leisure costruito in mezzo al mare in grado di essere autosufficiente e nel totale rispetto dell’ambiente. La struttura di base è un “catamarano” a motore per migliorare la stabilità e quindi la possibilità di abitarci, con una base da cui parte una sorta di piramide: non pensate però all’Egitto, perché l’ispirazione di questo progetto è un melting pot tra l’architettura Maya (la “W”di Waya ruotata diventa la “M” di Maya) e cultura giapponese con i celeberrimi templi nipponici.
Le piramidi Waya: ecco come saranno fatte
Il progetto, ancora in fase embrionale, prevede che le piramidi Waya siano costruite mediante l’assemblaggio di diverse parti, sulla base di cui parlavamo poco fa le cui dimensioni dovrebbero essere circa 54×54 metri (nella versione più grande) con circa 3000 metri quadri a disposizione. Su questo “piano” i piani dovrbbero alzarsi fino al decimo per una superficie totale di 6500 metri qudri. Al piano terra (o meglio “acqua”) è previsto un approdo per barche a motore e unità navali in generale. Non sono ancora chiari i dettagli di questo avveniristico progetto, nato in crowd finding, e che si è posto come limite di tempo per avere pronta la prima piramide una data non troppo lontana: il 2022. I dubbi sono ancora moltissimi, dalla “collocazione” geografica di questi villaggi galleggianti fino al rapporto con l’ambiente circostante: il mare, si sa, è spesso imprevedibile. Vedremo nel 2022 a che punto sarà arrivato questo progetto.