2010. La rivoluzione di Wider: così la barca è diventata “apribile”

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Settembre 2010, n. 8, pag. 80-84

Benvenuti nella sezione speciale “BAM 35 Anni”. Vi stiamo presentando gli articoli “cult” tratti dall’archivio di Barche a Motore, a partire dal 1990. Un viaggio nel tempo tra storie introvabili oggi, anche nel grande mare di internet! Un tuffo nel mondo dei momenti epici della nautica a motore. Iniziamo da una delle storie che ci ha appassionato di più.


L’open non è mai stato così Wider

Da Barche a Motore 2010, n.8, settembre, pag. 80-84.

A novembre qualcosa cambia, e di grosso. Arriva Wider, il 13 metri col pozzetto “apribile” e stabilizzatori speciali, che rendono la barca un enorme parco giochi insensibile al moto ondoso. La vita in rada non sarà più la stessa: dite pure addio agli spazi ristretti e all’instabilità della barca.

La storia insegna che molte idee che hanno rivoluzionato il modo di vivere di ognuno di noi, spesso sono scaturite per caso, osservando banali situazioni quotidiane. A chi non è mai capitato di vedere la rappresentazione di Archimede mentre salta dalla vasca da bagno al grido di “Eureka”? In quel momento, una semplice immersione in acqua, gli diede l’illuminazione per determinare il fenomeno dell’idrostatica, senza la quale, fra l’altro, oggi non potrebbero nemmeno esistere le barche. Nel caso del nuovo Wider no, non c’è nulla di coincidente, anzi tutt’altro. Qui la rivoluzione è ben ponderata e parte da un’analisi mirata principalmente alla qualità della vita in barca quando si è alla fonda in rada, ma è anche tesa a creare un prodotto che uscisse dalle correnti attuali di design e progettazione. Insomma, genio e creatività, solo che questa volta il genio non è Archimede, ma è Tilli Antonelli. Perché genio? Perché nessuno aveva mai pensato di fare una barca con un pozzetto estensibile fino a ottenere una superficie di 15 mq, che dà il doppio vantaggio di offrire un’area calpestabile di dimensioni eccezionali per un 13 metri che comunque vuole mantenere una proporzione molto snella fra lunghezza e larghezza, e, al tempo stesso, di dare una notevole stabilità quando si è alla fonda, perché il baglio passa da 3,50 a ben 5,90 metri, a cui si aggiunge la larghezza degli stabilizzatori subacquei.

Mai nome fu più azzeccato

Wider è il nome che identifica sia la barca sia il cantiere. Il concetto della larghezza, infatti, è la filosofia che sta alla base di tutto e da cui in futuro nasceranno altri modelli simili di dimensioni diverse, ma il progetto va ben oltre e guarda anche alle prestazioni, ai consumi, all’ecologia e alla tecnologia di altissimo livello. Per questo motivo, la squadra che ha supportato il fondatore di Wider è di grado altrettanto alto. In primis Fulvio de Simoni, il designer, che da tempo immemore riesce sempre a interpretare con creatività innovativa tutte le visioni futuribili che Antonelli ha in testa. Un altro nome d’eccezione è Mark Wilson, un guru nel mondo delle corse. Sua è la carena del Wider, derivata dalle barche da competizione e denominata “stepped hull”, che significa a scalini, perché ha due redan che permettono di creare un cuscino d’aria tra la carena e l’acqua, che fa in modo di alzare la barca e mantenere una navigazione altamente dinamica. E non è certo per caso che il Wider sia dotato di un volante multifunzione simile a quelli della Formula Uno. Mai visto nella nautica da diporto e nasce dalla partnership fra il cantiere e Acson Marine. In pratica il volante racchiude un minicruscotto fisso con un display multifunzione, in cui sono riportati tutti i dati di navigazione. Esterni a questo gruppo rimangono solo il plotter e il Vhf.

La massima apertura porta il pozzetto a 5,90 metri di larghezza e con entrambi gli stabilizzatori subacquei, la barca diventa una piattaforma insensibile al movimento dello specchio acqueo. Le estremità delle parti esterne sono anche un ottimo trampolino di lancio per i tuffi. Per brevi spostamenti in rada non è necessario farlo rientrare.

L’attenzione all’ecologia fa risparmiare

Il Wider è anche una barca che mette d’accordo le sue connotazioni “racing” con il risparmio di carburante e con l’ecologia, perché è costruita con la tecnica della laminazione sottovuoto, che elimina le emissioni di polveri inquinanti, e comprende una notevole quantità di carbonio non solo per la laminazione, ma anche per moltissimi complementi a bordo, cosa che rende la barca più leggera, quindi in condizione di raggiungere i 46 nodi di velocità massima prevista senza richiedere motori più potenti. Tale risultato è merito anche di un particolare posizionamento dei propulsori. I due Yanmar da 370 cv, infatti, non sono nella classica installazione parallela, bensì sono sfalsati, in un posizionamento più favorevole al baricentro, che permette anche di ravvicinare la distanza fra le due eliche di superficie.

Rivoluzione anche a bordo

Tutto cambia pure nella configurazione del pozzetto. La timoneria slitta a poppa in una posizione tale che, anche in navigazione, chi sta al timone possa sempre partecipare alla vita degli ospiti in dinette senza distrarsi dalla guida, avendoli sempre di fronte a sé, tanto più che il parabrezza è a scomparsa. La dinette, inoltre, è divisa in tre porzioni che, sollevate separatamente, possono trasformarsi in due chaise longue, in una dinette da pranzo, oppure in un unico prendisole. Altro elemento di originalità è il garage scoperto, il cui piano d’appoggio si inclina andando a formare uno scivolo, per facilitare le operazioni di alaggio e varo. Una volta varato il tender, poi, questa zona può essere utilizzata come prendisole aggiuntivo. Perfino il pagliolo è tecnologico, perché il teak tradizione è sostituito dell’Esthec, un sofisticato materiale, reinventato anche nei colori, che ha l’aspetto e la piacevolezza al tatto del teak ed è indistruttibile, anti-macchia, ignifugo, antiscivolo e non necessita di manutenzione. All’interno, invece, le superfici verticali sono laminate con carbonio a vista, mentre le paratie strutturali sono rivestite da un’inedita tessitura di lino con finitura lucida. Il Wider non ha velleità da grande cruiser, quindi il layout interno non è molto articolato, ma offre comunque una buona fruibilità degli spazi. Il bagno, per esempio, ha una grande doccia separata. C’è poi l’angolo cottura e la dinette prodiera trasformabile in letto.

di Claudio Russo


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